Riapre il Reparto Covid e metà dei posti letto sono già occupati

Venerdì 26 Novembre 2021 di Elisa Fais
Il personale del policlinico si ritrova a fare i conti con l'emergenza Covid

PADOVA - Torna la paura in Azienda ospedaliera, dove i pazienti positivi ricominciano ad invadere gli spazi dedicati agli ammalati.

Ieri, dopo sei mesi, ha riaperto l’area Covid in Clinica medica terza. In meno di 24 ore, al nono piano del policlinico, sono stati occupati dieci posti letto su ventidue. E così il personale sanitario torna in trincea bardato con tute, visiere e guanti per cercare di fronteggiare le conseguenze della pandemia. Dietro la mascherina, oltre a un sorriso sempre rivolto ai pazienti, questa volta si nasconde anche tanta amarezza e stanchezza. Del resto, la pressione ospedaliera è inarrestabile e l’allarmante conta dei ricoveri inizia a diventare a tre cifre. Attualmente in via Giustiniani sono seguiti 101 pazienti, nelle ultime 24 ore sono state accolte sette persone in più. Tanti i non vaccinati, anche giovani, che giungono al Pronto soccorso già in condizioni critiche e finiscono direttamente in terapia intensiva o semi-intensiva. In area medica sono assistite 59 persone, altre 18 in terapia intensiva e ben 24 in sub-intensiva.


L’ESPERIENZA
«In poco tempo abbiamo riconfigurato la Clinica Medica 3 – commenta il direttore generale, Giuseppe Dal Ben - dedicandola ai pazienti Covid. Stiamo mettendo a frutto l’esperienza, anche organizzativa, che abbiamo maturato in tanti mesi di lotta alla pandemia. Oggi l’ospedale è una realtà in grado di tararsi, con estrema velocità, all’aumentare o al diminuire dei contagi. L’obiettivo è di limitare, in questa fase, le ricadute verso i pazienti non-Covid. É anche con questo pensiero che torniamo ad invitare tutti a vaccinarsi e a farsi la terza dose: visti i numeri non è più un’opzione, ma una precisa scelta etica e civica. Anche per aiutare i sanitari che, con forza e determinazione, ogni giorno devono affrontare a viso aperto questa nuova ondata». L’ultimo bollettino di Azienda Zero registra 402 nuovi casi di Covid e una vittima tra mercoledì e giovedì. Al momento risultano positivi al tampone 5.307 padovani, un mese fa il 25 ottobre scorso erano 1.654 (+3.653). Secondo la Fondazione Gimbe, Padova ha l’incidenza più alta del Veneto con 274 positivi ogni 100mila abitanti. Nei vari ospedali del territorio ci sono 137 pazienti, 12 in più rispetto la precedente rilevazione. Altri 13 nelle strutture di comunità.
L’Azienda ospedaliera inizia a rivivere momenti che ormai sembravano un lontano ricordo. Nel novembre 2020, uno dei momenti peggiori dell’emergenza sanitaria, via Giustiniani aveva attivato circa 200 posti letto per Covid. Oggi ci si ferma alla metà, poco più di cento, ma il rischio è che il bisogno assistenziale cresca ancora. Clinica medica terza, da sempre, è stata una delle colonne portanti. Ora sono dedicati al Covid 22 letti al nono piano, ma nelle precedenti ondate si è arrivati fino a 32 posti, includendo anche il decimo piano. Guardando il calendario, le ultime volte che il reparto si è trasformato in area Covid vanno dall’8 novembre 2020 al 31 gennaio e, poi, dal 15 marzo al 23 maggio 2021. «Si sta verificando la tempesta perfetta – ammette sconfortato il professor Roberto Vettor, direttore del reparto - da un lato c’è un aumento di ricoveri Covid, dall’altro c’è un aumento di richiesta d’assistenza ordinaria. Vogliamo mantenere anche le attività programmate, non stiamo rallentando né l’offerta ambulatoriale né quella diagnostica. Siamo preparati, ma tutto questo metterà a dura prova il sistema sanitario». Vettor, poi, aggiunge: «Ormai siamo dentro la quarta ondata, i miei collaboratori sanno già che purtroppo dovranno rinunciare alle vacanze nel periodo natalizio. Il personale è molto affaticato: all’inizio c’era una grande motivazione alimentata dall’imprevisto e dall’imprevedibile, ora è diverso. Il 70% dei pazienti che abbiamo ricoverato non è vaccinato, gli altri vaccinati hanno comorbidità importanti e un’età avanzata».
Al nono piano si danno il turno dieci medici strutturati, diversi medici specializzandi, oltre una trentina di infermieri. «Le persone non vaccinate, di fatto, pesano sul sistema e sulla stanchezza dei medici – continua il professor Vettor - il vaccino protegge e salva vite, ormai al mondo i vaccinati sono 3,5 miliardi, esiste una chiara evidenza. I ricoverati più gravi, in questo momento, sono i non vaccinati. Mentre i vaccinati che si sono ammalati hanno comunque spettanze più favorevoli. Chi parla di mancanza di libertà, forse non capisce cosa è la libertà. Essere liberi vuol dire viaggiare, incontrare amici, andare a ballare, andare al ristorante, permettere ai bambini e ai ragazzi di vivere a pieno la loro età, e molto altro ancora. Libertà è riaprire e riscoprire un mondo senza paura».

 

Ultimo aggiornamento: 16:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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