Il procuratore: "Ristoratori dagli usurai? Noi continuiamo a vigilare"

Martedì 26 Gennaio 2021 di Marco Aldighieri-Nicoletta Cozza
I locali di piazza dei Signori a Padova

PADOVA - ll “re” dello spritz Federico Contin, dopo la rivelazione choc sulle pagine del Gazzettino di baristi e ristoratori padovani finiti nelle mani degli strozzini, ieri mattina è stato convocato in Questura. Gli uomini della Squadra mobile lo hanno ascoltato come persona informata sui fatti per quasi un’ora e mezza. «Mi fa piacere come il mio settore possa avere al suo fianco una istituzione così importante come la polizia. Gli inquirenti hanno capito il terribile periodo di crisi economica sofferto da baristi e ristoratori», ha dichiarato il titolare dell’osteria “San Leonardo” di via San Pietro in pieno centro storico. Le voci sulla presenza di possibili usurai nel mondo della ristorazione padovana, sono arrivate fino a palazzo di giustizia. «Non mi stupirei se in questo momento di enorme difficoltà finanziaria, persone sul lastrico si rivolgessero agli usurai. In Procura, appena viene depositata una denuncia, facciamo scattare le indagini. Siamo molto attenti al fenomeno», ha detto il procuratore capo Antonino Cappelleri. Preoccupazioni sono state espresse anche dal presidente di Ascom Patrizio Bertin e dall’assessore al Commercio Antonio Bressa.
PIAZZETTA PALATUCCI
Federico Contin, quindi, ieri mattina, è stato convocato in Questura, negli uffici della Squadra mobile. Il padre della manifestazione estiva “Il Naviglio” è stato sentito dai poliziotti per quasi un’ora e mezza come persona informata sui fatti. «Su quanto ho raccontato alla polizia - ha affermato Contin - non voglio dire nulla. Il tema è molto delicato ed è giusto che la Mobile faccia le sue indagini. Posso però affermare che alcuni baristi e ristoratori si sono rivolti agli strozzini, che chiedono tassi di interesse che vanno dal 200 al 300 per cento».
Il ristoratore ha dichiarato poi di essere molto contento dell’appoggio arrivato dalla Questura al mondo della ristorazione. «Fa piacere avere al proprio fianco - ha ripreso Contin - una istituzione così importante come la polizia. Sia il Questore, che il capo della Squadra Mobile, hanno espresso solidarietà al mio settore, che sta vivendo un periodo drammatico in termini economici. Bisogna aiutare i baristi e i ristoratori in difficoltà, e invitarli a denunciare se sono finiti nelle mani degli strozzini. Molti di loro non hanno il coraggio di farlo». Il “re” dello spritz non ha rinunciato a scoccare una “frecciatina” alle associazioni di categoria. «In Questura a denunciare gli strozzini nel mondo della ristorazione - ha terminato - non dovevo andarci io, ma chi ci rappresenta: ad esempio Appe e Ascom». 
IN PROCURA
Al momento non sarebbe stato aperto alcun fascicolo sul racket dell’usura ai danni di baristi e di ristoratori. Tuttavia il procuratore capo Antonino Cappelleri, ha sottolineato come il fenomeno sia ampiamente monitorato dal secondo gruppo di magistrati specializzato sui reati finanziari. «Non sarei sorpreso - ha dichiarato -, visto il momento drammatico, se baristi e ristoratori si rivolgessero agli usurai per non vedersi costretti a chiudere l’attività. Noi come Procura appena riceviamo una denuncia il tal senso facciamo scattare subito le indagini». E ancora: «Abbiamo invece molte denunce di clienti di banche, ma in questi casi dimostrare il reato di usura commesso da un istituto di credito è molto difficile. Quasi sempre, quindi, si risolve con un nulla di fatto». 
ASCOM
Anche il presidente dell’Associazione Commercianti, Patrizio Bertin, è tornato sul pericolo rappresentato dalla presenza degli strozzini e sul mancato aiuto al settore da parte delle banche. «Delle due l’una: non è possibile infatti che dal Prefetto e dalle Forze dell’Ordine - ha sottolineato - ci arrivi l’invito ad affidarci alle istituzioni per contrastare eventuali fenomeni di usura, o infiltrazioni malavitose, e dal fronte bancario arrivino messaggi in cui si dice che “le aziende del commercio e del turismo vengono declassate di due livelli per quanto attiene al rischio”. Non credo sia questo il modo per aiutare chi è in grandissima difficoltà». E poi ha aggiunto: «Se la banca non finanzia più le imprese del commercio e del turismo o, addirittura, se chiede il rientro dei fidi, è evidente che molti colleghi potrebbero trovarsi nella condizione di rivolgersi agli strozzini o, in alternativa, di accettare un pacchetto di contanti secondo lo schema classico del “pochi, maledetti e subito”. Per cui diventa difficile poi gridare “al lupo, al lupo” visto che si fa poco, o nulla, per evitare che ciò avvenga».
IN COMUNE
Sull’argomento ieri in Municipio è intervenuto anche Antonio Bressa, titolare della delega al Commercio. «Finora - ha comunicato l’assessore - non ci sono arrivate segnalazioni riguardo alla presenza di strozzini che starebbero mettendo alle corte i commercianti. Però, ci vuole molta attenzione e non va sottovalutato nessun segnale, perchè situazioni di questo genere potrebbero presentarsi sotto varie forme». «Intendo dire - ha proseguito Bressa - che in questo momento di crisi economica, potrebbero farsi avanti personaggi, magari appartenenti alla stessa filiera e che vengono a contatto con chi ha problemi, i quali chiedono di prelevare le attività che più sono in difficoltà, approfittando della debolezza dei titolari, alle prese con il problema della scarsa liquidità». 
 

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