Ragazzo scomparso. Mattia, la lite con la fidanzata e la serata dall'amico. Il padre: «Penso che sia ancora vivo»

Mattia svanito nel nulla: «E' vivo»

Martedì 30 Marzo 2021 di Marco Aldighieri
Mattia Fogarin, manca da casa da una settimana

PADOVA - È trascorsa ormai una settimana dalla scomparsa da casa del ventunenne Mattia Fogarin, e ancora di lui non è stata trovata traccia. I vigili del fuoco e i carabinieri lo hanno cercato nei fiumi e nei casolari abbandonati, ma da quella notte di lunedì 22 marzo sembra essere sparito nel nulla. Il suo telefono cellulare è rimasto sempre spento. «Penso che mio figlio sia vivo» ha dichiarato il padre Nicola.

Intanto la Procura sta proseguendo con le indagini: a breve verranno analizzati i tabulati telefonici del ragazzo e verranno sentiti nuovamente dagli inquirenti i suoi amici. È necessario ricostruire quelle ore prima della sua fuga dall’abitazione di famiglia in zona Terranegra.

«Ho fatto qualcosa di irreparabile», lo dice ai genitori e poi Mattia scompare nel nulla


Nicola Fogarin, il padre di Mattia, non ha ancora perso le speranze. «Credo che mio figlio sia vivo. Sul perché si sia allontanato in questo modo da casa non saprei cosa dire. Se poi è stato aiutato da qualcuno - ha sottolineato - di certo non è un amico di Mattia che conosciamo». Ai genitori del 21enne in questi giorni sono arrivate svariate segnalazioni di avvistamenti «Ma nessuna si è dimostrata veritiera» ha concluso il padre.

La sera di domenica 21 marzo Mattia ha trascorso qualche ora con un amico. Era triste perché un paio di giorni prima aveva litigato con la sua fidanzata, ma non sembrava agitato o intenzionato a farsi del male. Appariva semplicemente giù di morale, dispiaciuto. Poi è tornato nella bifamiliare dove vive con i genitori e la sorella. Verso l’una e mezza ha svegliato il papà e la mamma. Era in forte stato di agitazione, ha detto di aver fatto qualcosa a cui non poteva porre rimedio e se non agiva subito la sua fidanzata sarebbe venuta lì a casa. Ha ripetuto più volte di volersi togliere la vita, poi è uscito velocemente senza denaro intimando ai suoi genitori di non seguirlo. Il padre, preoccupato, si è vestito di corsa ed è sceso in strada. Il 21enne si è diretto verso l’argine del fiume Piovego a piedi e il papà ha cercato di seguirlo in macchina. Lo ha chiamato al cellulare, provando a calmarlo per farlo tornare a casa. «Mi butto in un cassonetto» ha detto Mattia e ha aggiunto che non sarebbe più rientrato. Ha dichiarato di trovarsi vicino al parco Iris e il papà gli ha chiesto di fermarsi e di ragionare. Durante la telefonata, durata quasi 40 minuti, Fogarin ha ricordato un dettaglio: sembrava che il figlio stesse calpestando dei sassi. Poi il giovane ha chiuso la telefonata. 
Mentre i carabinieri e vigili del fuoco proseguono nelle ricerche del ragazzo scomparso scandagliando i fiumi e passando al setaccio i casolari abbandonati, la Procura ha intensificato le indagini. Il pubblico ministero Marco Brusegan, titolare del fascicolo, nelle prossime ore potrebbe ordinare l’analisi dei tabulati telefonici dello smartphone di Mattia, e di fare risentire agli inquirenti i suoi amici. In particolare quelli con cui ha trascorso le ultime ore, tra domenica sera e lunedì notte, prima di sparire nel nulla. Un amico, già ascoltato dagli uomini dell’Arma, aveva raccontato di come Mattia quella domenica sera sembrasse un po’ triste senza però aggiungere particolari di rilievo. I carabinieri in servizio in Procura hanno invece sentito a sommarie informazioni l’amica intima del 21enne. La studentessa universitaria ha raccontato sì di avere avuto una relazione sentimentale con Mattia, ma poi di avergli comunicato la sua decisione di restare solo buoni amici.

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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