Padova. Accusa i poliziotti di averlo picchiato: nuove indagini affidate ai carabinieri

Fermata la richiesta di archiviazione, la Procura ha delegato le indagini ai carabinieri

Giovedì 30 Marzo 2023 di Marina Lucchin
Padova, la Procura indaga sul presunto pestaggio della polizia

PADOVA - Marcia indietro. Stop alla richiesta di archiviazione, che sarebbe stato un errore burocratico. Il pubblico ministero Roberto d'Angelo ha delegato ai carabinieri le indagini relative al caso del ragazzo di 17 anni, incensurato, finito sotto inchiesta per resistenza a pubblico ufficiale, che a sua volta ha accusato i poliziotti di averlo malmenato durante il controllo. Un disguido amministrativo, dunque, secondo la Procura avrebbe portato alla richiesta di archiviazione indagini, che dunque viene revocata e l'arma verrà chiamata a indagare sull'episodio.

Ora, dunque, i quattro poliziotti, e i due che hanno effettivamente eseguito il controllo in particolare, rischiano di essere rinviati a giudizio.

Le reazioni

L'avvocato della famiglia del giovane, Cristina Bissacco, ha annunciato la novità assicurando che «io e i miei assistiti non possiamo che essere soddisfatti. Adesso restiamo in attesa delle indagini e confidiamo possa essere appurata la verità». Il pubblico ministero ora acquisirà anche il fascicolo relativo al giovane dalla procura minorile, dove il 17enne è indagato per resistenza. Nel frattempo, come richiesto dalla nonna del ragazzino che aveva scritto all'associazione fondata da Ilaria Cucchi che tutela le persone che subiscono abusi dalle forze dell'ordine, la famiglia sabato ha incontrato a Ferrara la senatrice dell'Alleanza Verdi-Sinistra, che ha assicurato che seguirà la vicenda.

La vicenda

L'episodio è avvenuto il 16 dicembre scorso. Nella querela presentata dalla famiglia del giovane si legge che il ragazzo ha dichiarato di aver visto, mentre tornava a casa dopo una cena di compleanno poco distante, un'auto che gli ha tagliato la strada e due uomini che l'hanno buttato a terra, cercando di frugare nelle sue tasche. Il 17enne italiano che abita nella zona di Montà, incensurato e negativo alla perquisizione seguita al controllo, così come il suo amico ha così pensato di essere vittima di due rapinatori e si è divincolato. Momenti di paura, per il ragazzo, che si è trasformata in sconcerto quando si è reso conto che si trattava di poliziotti. Lui, che poi è stato sottoposto alle cure del pronto soccorso da cui è stato dimesso con 5 giorni di prognosi, trasformatisi poi in sette, è stato denunciato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Ma la sua famiglia ha deciso che non avrebbe lasciato correre e ha sporto querela nei confronti dei poliziotti per lesioni aggravate, abuso d'ufficio e calunnia. Il procedimento al tribunale dei minori, intanto, sta procedendo.

La Questura

«Dove l'autorità giudiziaria avviasse un procedimento - aveva commentato il questore Antonio Sbordone, all'indomani della notizia - si collaborerà con tutto l'impegno doveroso e necessario. Gli agenti e la polizia di Stato valuteranno le azioni da intraprendere in propria tutela».
«Ritengo utile - ha però rilanciato - richiamare l'attenzione su alcuni concetti che attengono al ruolo, ai compiti, all'attività e alle responsabilità che la legge attribuisce agli ufficiali e agli agenti di pubblica sicurezza. In particolare si vuole sottolineare che le forze di polizia legittimamente procedono al controllo delle persone al fine di verificare: la loro identità, la regolarità della loro posizione amministrativa (se extracomunitari il possesso di un regolare titolo legittimante la presenza sul territorio nazionale), l'eventuale detenzione o possesso di cose o comunque elementi da cui acquisire prove di reati o di violazioni amministrative commessi o che si potrebbe essere in procinto di commettere. Succede che nel corso di controlli venga opposta resistenza, che è un reato previsto dal codice penale. In conseguenza della resistenza capita che gli agenti riportino lesioni, anche gravi».
«È quello che è successo nel corso del legittimo controllo di polizia di due giovani, la sera del 16 dicembre 2022, mentre uno di essi ha fornito i documenti in tutta serenità, l'altro ha reagito violentemente contro gli agenti provocando ad uno di essi lesioni guaribili in 40 giorni». Ora però la questione, che sembrava ormai procedere verso l'archiviazione si riapre. A conclusione delle indagini il pubblico ministero deciderà se rinviare o meno a giudizio gli agenti. 

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