PADOVA - Nuovo episodio di violenza su un mezzo pubblico, questa volta causato dall'inosservanza delle norme anti contagio. Una ragazza moldava di 28 anni è finita al pronto soccorso dell'ospedale cittadino per un pugno sferratole in pieno volto da un tunisino, senza mascherina, al quale aveva chiesto di allontanarsi e mantenere la distanza di sicurezza prevista dal DPCM. Erano circa le 17,30 quando, ad una fermata di via Tiziano Aspetti, il ragazzo è salito sul tram. Nonostante i diversi posti liberi a disposizione il giovane si è accomodato di fianco alla ventottenne che, subito, gli ha chiesto con calma di alzarsi e sedersi in un altro dei tanti posti liberi per rispettare la distanza.
LE REAZIONI
«Mi spiace molto per la ragazza alla quale va la mia solidarietà, si tratta di episodi assurdi che non dovrebbero accadere - ha commentato l'assessore alla Sicurezza Diego Bonavina - queste non sono proprio le risorse delle quali Padova ha bisogno. La situazione va risolta alla radice ma dobbiamo anche rilevare che purtroppo non si può essere sempre ovunque». Solidarietà e vicinanza alla ventottenne esprimono anche i rappresentanti delle organizzazioni sindacali Sgb, Sls e Fast. «Ancora una volta si dimostra che la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici non è garantita né per i dipendenti né per gli utenti che già manifestano una sensibile disaffezione all'utilizzo di tram e autobus - afferma Danilo Scattolin (Sgb) - ulteriore dimostrazione che la sicurezza non è garantita e che a bordo non c'è sorveglianza, come abbiamo più volte denunciato, nonostante le tante promesse di controlli. Non si può uscire al mattino, lavorare o usare un mezzo pubblico e non sapere se si arriva a destinazione o si finisce al pronto soccorso. É stato detto che non si può militarizzare la città ma nemmeno si può continuare in questa situazione». Ribadisce la richiesta di maggiore sicurezza anche Vittorio Rosa (Sls). «Chi di dovere deve intervenire e velocemente, la situazione è fuori controllo, parte del problema sarà dovuto al Covid ma aggressioni a lavoratori e utenti si verificavano anche prima dell'emergenza sanitaria - sottolinea Rosa - da troppo chiediamo senza risultati un intervento deciso per tutelare lavoratori e utenza da atti violenti. Dal punto di vista sanitario ormai non è più rinviabile».