Padova. Una cena per raccogliere fondi da destinare alle Cucine economiche popolari

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Marina Lucchin
Cena benefica per le cucine popolari

PADOVA - La tradizionale cena della caccia dell'Accademia della Cucina si trasforma in un evento benefico a favore degli "ultimi". Il ricavato del simposio organizzato dalla delegazione guidata da Piero Dal Bello, sarà infatti devoluto alle cucine popolari di Padova gestite dalla Fondazione Nervo Pasini. E proprio il presidente, don Luca Facco, è stato ospite della serata per raccontare cosa sono le Cucine popolari, il loro spirito e la loro missione. «Non si occupano solo di sfamare gli affamati, ma anche di offrire a chi vive un momento di difficoltà, delle "relazioni" che - ancor più del cibo - sono il centro del servizio che offriamo in via Tommaseo». Don Luca calca la mano su quella parola chiave, "relazioni", su cui si è basato anche il progetto che ha messo insieme, durante il primo lockdown del 2020, undici chef rinomati a sostegno delle Cucine popolari e che si è trasformato in un libro.

Un volume, "Chef in relazione", di cui il presidente della fondazione Nievo ha fatto omaggio ai simposiarchi dell'Accademia e ai loro ospiti.

Il ricavato

Alla cifra raccolta con la cena, si aggiungono anche duemila euro in buoni spesa, messi a disposizione da Despar, rappresentata durante la serata dal direttore delle relazioni esterne Giovanni Taliana. «L'Accademia della cucina - ha evidenziato il patron Dal Bello - è un'associazione culturale e non benefica, ma credo che a nessuno sia vietato fare del bene. E considerato che il nome stesso della nostra associazione è rivolto al cibo, desideriamo donare il nostro contributo alle Cucine popolari che ogni giorno, con amore e passione, preparano pasti a coloro che altrimenti non ne avrebbero. Tanto per riportare qualche numero: tra i 350 e i 450 al giorno, utilizzando ogni anno 8 tonnellate di pasta, 3 di riso, 4,5 di polpa di pomodoro, 10 di frutta, 12 di verdura, 2,5 di carne e 1,3 di tonno». Ospiti d'onore della serata sono stati, oltre a don Luca Facco e a Taliana, Leopoldo Destro, presidente Assindustria Veneto-centro, il comandante provinciale dell'Arma, Michele Cucuglielli, il direttore de Il Gazzettino, Roberto Papetti, che hanno potuto assaggiare la cacciagione offerta dall'accademico Giorgio Agugiaro e cucinata magistralmente dalla brigata di cucina del ristorante da Iseo a Torreglia.

Le cucine

A fine serata, don Luca, ha voluto illustrare l'attività delle Cucine, che da poco hanno festeggiato 140 anni di vita. «Gli italiani che si rivolgono a noi hanno perso tutto. Gli stranieri, invece, sono rimasti senza lavoro. Ma tutti loro sono accomunati da un problema, oltre che dalla povertà: la solitudine. Per questo "chef in relazione". Perchè le Cucine offrono ai bisognosi anche sostegno e affetto». Il presidente della fondazione ha lanciato l'invito all'Accademia: «Venite a mangiare alle nostre cucine, venite a conoscere il nostro mondo. Sono un luogo formativo, dove vengono gestite persone di 86 nazionalità diverse. E per questo non solo offriamo ai ragazzi una opportunità di "alternanza scuola lavoro", ma anche delle esperienze formative per i dipendenti di aziende di qualsiasi dimensione, in cui acquisire ulteriori chiavi di lettura negli ambiti della comunicazione e della gestione del conflitto». 

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