Pp1, grana milionaria. Gli inglesi vincitori dell'asta: «Pagateci la bonifica o ce ne andiamo»

Dopo la scoperta che il terreno che era della Provincia è inquinato

Mercoledì 26 Gennaio 2022 di Mauro Giacon
L'area PP1 a Padova
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PADOVA - Quando si parla del quadrilatero d’oro, l’area più preziosa della città, con affaccio sugli Scrovegni, il romanzo non è mai finito. L’ultima puntata dice che gli inglesi di Stonehill che si sono appena aggiudicati all’asta i 12mila metri quadrati posseduti dalla Provincia, si sono accorti che è ancora inquinata. Dunque non possono cominciare a costruire il loro studentato. Ma il fastidio maggiore è che nessuno lo ha scritto nel bando, dunque loro non ne vogliono sapere di pagare la bonifica. «Piuttosto ce ne andiamo» scandisce l’avvocato Sergio Dal Prà che ne cura gli interessi.
Ma come ci è finita la Provincia in questo guaio? Quando il Comune nel 2004 mise all’asta 30mila metri quadrati dell’area, se ne tenne un pezzo per sè.

Voleva farci addirittura la nuova caserma della Polizia municipale e in un secondo momento il conservatorio. Poi si accorse che era troppo stretta e visto che l’area dell’ex Boschetti era più grande ma proprietà della Provincia, Zanonato propose a Casarin uno scambio dandogli la sua al Pp1. 


LA CRISI
Sappiamo com’è andata, la crisi ha travolto tutti, anche la prima società che aveva acquistato l’area del Comune, la “Progetto Pp1 snc”. Solo da qualche anno la “Antenore srl” della famiglia Pedron ha rilevato i debiti, pagato i creditori e riacquisito la parte ex Comune riproponendo un piano urbanistico. Ha anche proseguito per poco la bonifica che era stata iniziata dai primi acquirenti per 6 milioni di euro. Solo che adesso mancano altri 7 milioni per finirla.
La Provincia da parte sua ha tentato dal 2010 di vendere la propria fetta. Partendo da 16 milioni di euro ha dovuto diminuire il prezzo. Ma i 6,1 milioni di euro presi all’ultima asta sono comunque buoni per fare due scuole nuove. Però se dovesse pagare la bonifica verrebbero risucchiati. Dunque sarà costretta a rivalersi sul Comune che come primo proprietario era tenuto a venderla a sua volta come “pulita”.


LA RICHIESTA
«Solo dopo l’aggiudicazione siamo venuti a conoscenza che i lavori di bonifica non sono stati fatti - denuncia Dal Prà - Ora a parte il ginepraio di responsabilità, il fondo inglese voleva partire subito con i lavori. Questo è un danno. Quindi siccome il primo responsabile è il Comune e poi segue la Provincia, o ci pagano la bonifica o la facciamo noi scontando il prezzo oppure ce ne andiamo».
Circostanza quest’ultima che condannerebbe quell’area al degrado ancora per anni. «Ora, nel 2019 il Comune ha firmato una convenzione con la società “Antenore” a cui sono state affidate tutte le opere di bonifica dell’intero lotto, anche dell’area provinciale a scomputo del prezzo finale. La bonifica non è stata completata e anche il metodo di affidamento non appare chiaro perchè lavori pubblici sopra il milione di euro per regolamento europeo devono essere appaltati anche se si tratta di opere di urbanizzazione. Per noi comunque non sono altro che pattuizioni che non hanno effetti nei confronti della Provincia o di Stonehill. Peraltro ad oggi sono fermi. Cosa aspettiamo?».
Ce n’è anche per la Provincia. «Non ha indicato nell’avviso d’asta l’inquinamento del terreno o che la bonifica non era conclusa. Anzi nella perizia di stima che determina il prezzo a base d’asta viene indicato che l’immobile è privo di “passività ambientali”. Quindi i costi di bonifica dovranno essere dedotti dal valore di mercato indicato. E Stonehill potrà anche richiedere alla Provincia di consegnare un bene bonificato o, in alternativa decurtare dal prezzo i costi di bonifica».
 

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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