Pugile 18enne morto in palestra, sequestrato il caschetto: resta il giallo sulla causa

Domenica 12 Marzo 2023 di Marco Aldighieri
Pugile 18enne morto in palestra, sequestrato il caschetto: resta il giallo sulla causa

PADOVA - Un pugno, sferrato con grande potenza, sopra l'orecchio sinistro. Questa potrebbe essere per gli inquirenti la causa della morte dello studente di 18 anni Edoardo Zattin, colpito durante un allenamento nella palestra di arti marziali Iron Dojo Team di Monselice. Comune di 17 mila anime ai piedi dei colli Euganei. La Procura di Padova, attraverso il pubblico ministero Maria D'Arpa titolare delle indagini, sta seguendo questa pista investigativa e ha chiesto il sequestro del caschetto indossato dal ragazzo il 22 di febbraio. Il dispositivo di protezione, utilizzato dagli atleti per tirare di boxe, verrà analizzato dal medico legale Stefano D'Errico, professore dell'Università di Trieste.
Lo stesso specialista autore dell'autopsia sul diciottenne di Este. L'esame autoptico aveva evidenziato un trauma cranico. E del resto l'inchiesta è nata quando il Centro trapianti di Padova ha avvisato la Procura di procedere sul corpo di un ragazzo di 18 anni per l'espianto degli organi, ricoverato nel reparto di Neurochirurgia per un trauma cranico. È da questo istante che viene aperta un'indagine per omicidio colposo contro ignoti. Il medico legale adesso dovrà appurare, attraverso una serie di analisi di laboratorio, se lo studente pur indossando il caschetto in allenamento abbia potuto subire un pugno fatale.
Ma la tesi più gettonata tra gli inquirenti è un'altra: il ragazzo durante quella seduta di boxe del 22 febbraio non avrebbe indossato il dispositivo protettivo.

Su questo punto, fondamentale per l'inchiesta, gli investigatori hanno raccolto testimonianze contrastanti.


I RACCONTI
Tra i presenti quel giorno in palestra, c'è chi afferma che Edoardo calzava il caschetto e chi no. Il ragazzo salito sul ring insieme al diciottenne, già sentito dai carabinieri, ha giurato di non averlo mai colpito nè in testa e nè al volto. Pure l'allenatore, Simone Lazzarin, ha assicurato di non avere visto volare pugni contro Edoardo. «Ero lì, non c'è stato nessuno colpo durante l'allenamento, nessuno lo ha colpito. Era in pausa dopo una prima parte di allenamento in coppia, si è soffiato il naso, gli è uscito del sangue ed è crollato a terra» ha raccontato agli inquirenti. Lo stesso ha fatto Lorenzo Bezzon, presidente della Iron Dojo Team: «Siamo tutti provati il nostro allenatore è distrutto, l'altro ragazzo che si allenava con Edoardo, pure. Ma l'allenamento era sotto gli occhi di tutti, nessuno, e ripeto, nessuno ha sferrato un pugno andato a segno. Si sarebbe anche sentito: con le protezioni che ci sono, un pugno avrebbe fatto rumore nella palestra».


I SOCCORSI
Lo studente quindi, dopo essersi soffiato il naso da dove perdeva sangue, è crollato a terra privo di sensi. La telefonata al 118 è stata effettuata dal segretario del circolo. L'uomo alla centrale operativa del Suem ha parlato di un ragazzo colto da malore dopo avere preso un pugno. E anche questo aspetto della vicenda è avvolto nel mistero. Il segretario infatti, secondo alcuni atleti, non sarebbe stato presente al momento dello svenimento di Edoardo.
Quando lo studente è arrivato all'Ospedale civile di Padova, i medici del pronto soccorso si sono subito resi conto di avere di fronte un paziente con un grave trauma cranico. Il diciottenne è stato così trasferito nel reparto di Neurochirurgia, dove è stato sottoposto a una delicata operazione al cervello per cercare di rimuovere l'ematoma. Ma purtroppo i dottori non sono riusciti a salvargli la vita e la mattina del 24 febbraio è stato dichiarato clinicamente morto.
 

Ultimo aggiornamento: 10:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci