PADOVA - Via libera ieri sera, 12 aprile, del consiglio comunale al Piano degli interventi. Un piano, quello adottato dal parlamentino di palazzo Moroni, che porta la firma dell’archistar Stefano Boeri e che andrà a disegnare urbanisticamente la Padova del futuro attraverso il recupero di 81 aree degradate, tra queste l’ex caserma Romagnoli a Chiesanuova, l’Amusement park alla Guizza e l’ex centrale del latte alle Cave. Un dispositivo che, però, non convince il centrodestra e gli ordini professionali. Una discussione, quella di ieri sera, che è iniziata con la relazione del sindaco Sergio Giordani che ha insistito sul fatto che il nuovo piano punterà sull’ ambiente, sullo stop al consumo di suolo e su, appunto, il recupero di 81 aree in stato di degrado. Tra queste anche quella dell’ Amusement park alla Guizza, un ex parco divertimenti che, negli anni, è divento ricettacolo di degrado e spaccio e degrado. «Sta iniziando una nuova epoca per l'urbanistica: a partire dal dopoguerra le città in Italia hanno vissuto la fase dell'espansione – ha detto, invece, l’assessore all’Urbanistica Andrea Ragona illustrando l’intervento - Oggi questa fase è finita, inizia, o meglio, è già iniziata la fase della rigenerazione urbanistica . Massima attenzione sarà riservata all'ambiente, attraverso la realizzazione di corridoi verdi e blu e attraverso l'aumento del verde fruibile e del verde agricolo.
Ma quali sono queste aree destinate a diventare il motore del futuro sviluppo urbanistico cittadino?
«Sono tantissime – ha continuato l’esponente di Coalizione civica – Solo per fare qualche esempio, mi vengono in mente la caserma Romagnoli, l’area ex Idrotermici Pilli a Pontevigodarzere, l’ex centrale del latte Ala Zignago in via Pioveghetto alle Cave o i vecchi capannoni che si trovano in via Vicenza». Durante la discussione a polemizzare ha provveduto il centrodestra che ha accusato la giunta Giordani di paralizzare i piccoli interventi in favore delle grandi progetti. Il fuoco amico è arrivato, poi, dalla consigliera del gruppo misto (ex Coalizione civica ) Daniela Ruffini. «La discussione del piano arriva in aula in ritardo– ha polemizzato l’esponete di Rifondazione comunista – Non è colpa dei tecnici, ma dell’ex vicesindaco Arturo Lorenzoni che ha tardato nell’elaborare il piano e il risultato è sotto gli occhi di tutti».
Scettici anche gli ordini professionali che temono uno stop per molti interventi legati al Bonus 110%.
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