PADOVA - Diventa spazzino “freelance” per non chiedere l’elemosina. Pettorina arancione, scopa di saggina, sacchi della spazzatura comperati al discount e tanta buona volontà. Lui è Frank, nigeriano, arrivato alla fine del 2014 su uno dei tanti barconi che, all’epoca (e in parte anche oggi) attraversavano il canale di Sicilia diretti in Italia. È ospite di una struttura di accoglienza a Due Carrare in provincia di Padova e, ormai da qualche mese, la mattina si alza, prede i “ferri del mestiere”, raggiunge la città e poi inizia a spazzare strade e marciapiedi. Il tutto senza essere dipendente di qualche cooperativa o società. A suo modo un piccolo imprenditore specializzato nel ramo pulizie.
Per chiarire la sua “mission”, sul marciapiede dove lavora mette sempre un cartello in cui spiega che vuole integrarsi, che non ha intenzione di chiedere l’elemosina e che vuole guadagnarsi da vivere lavorando. Ai piedi del cartello piazza anche una bottiglia di plastica tagliata dove i passanti lasciano qualche monetina. Insomma, l’antitesi rispetto all’immagine stereotipata del profugo che passa la giornata bighellonando o attaccato allo smartphone. «Vivo a Due Carrare da un anno e tre mesi – racconta Frank – prima sono stato in una struttura di prima accoglienza a Vibo Valentia in Calabria. Lì, però, non si faceva nulla dalla mattina alla sera, quindi ho deciso di venire qui al nord in cerca di lavoro»...
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