Profughi, le regole del prefetto: 2,5 ogni mille abitanti

Giovedì 23 Febbraio 2017 di Mauro Giacon
Profughi, le regole del prefetto: 2,5 ogni mille abitanti
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PADOVA - Accogliere un piccolo numero di profughi con l'indennizzo dello stato e senza l'incubo che si apra un hub per centinaia di sbarcati. L'offerta del prefetto Renato Franceschelli ai sindaci che fa seguito al Piano Anci-ministero degli Interni è stata fattaieri mattina nella riunione plenaria in piazza Bardelle, nell'edificio sede della Provincia. Gli amministratori per il momento hanno deciso di pensarci su. Che per Renato Franceschelli, neo prefetto, è già una vittoria. Le altre volte contestavano subito, e dopo un'ora metà se n'era andata, senza contare le defezioni ideologiche quelle dei sindaci leghisti dell'Alta.

Invece ieri mattina si sono seduti 62 rappresentanti dei 104 comuni e hanno ascoltato Daniela Di Capua direttrice centrale del Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati, lo Sprar, che piazza da anni profughi certificati nei comuni che volontariamente decidono di accoglierli ne arrivano in ragione del 2,5 per mille abitanti. Minimo sei per i comuni sotto i 2mila residenti. Poi ci sono 500 euro annui per migrante di indennizzo, infine la certezza che non ne saranno piazzati altri.
 
I dubbi ieri sono stati molti: a) non abbiamo i locali dove metterli: b) arrivano e quando finisce il programma, dopo tre anni, ce li lasciano: c) almeno facciamoli lavorare. Sul primo punto il Prefetto è stato chiaro. «Si possono affittare locali, paga lo Sprar». Sul secondo punto non c'è certezza, ma bisogna dare risposte, anche perché a Montagnana i richiedenti asilo ospitati hanno chiesto alla sindaco Borghesan residenza e carta d'identità. «Che devo fare?». Sull'ultimo punto invece l'impressione è che si possa incidere molto. La Prefettura ha già una convenzione per l'impiego gratuito in lavori socialmente utili con alcune amministrazioni. E qualcuno è uscito rassicurato. Mortandello a Montegrotto, Tacchetto per Vigonza o Bisato per Noventa. Forse aumenteranno i 10 comuni oggi coinvolti. «Sono soddisfatto perché la platea era numerosa e ho colto l'interesse di sindaci. Dove sono stati fatti i progetti non ci sono stati problemi».

Ma intanto l'emergenza è dietro l'angolo con 2.398 immigrati sul territorio, 780 dei quali nell'hub di Bagnoli. «Centri così grandi non sono accettabili per i territori. La asciugheremo. Altrimenti si procederà con i centri straordinari di accoglienza ma saranno l'ultima chance, in condivisione con i comuni che li ospitano». 
Il problema è che occorrono due anni di tribunale per capire se sono veri profughi. Ora il decreto del governo emanato il 17 febbraio 2017 (numero 13) abolisce il secondo grado di giudizio. «Se il richiedente è rigettato dalla Commissione» dice il viceprefetto Antonello Roccoberton che la presiede, «il migrante fa ricorso al tribunale. Se questo conferma il diniego non si va più alla Corte d'Appello ma direttamente in Cassazione». Inoltre «Ci saranno sezioni specializzate al tribunale di Venezia per i richiedenti asilo con giudici dedicati solo a quello e professionalmente formati» chiude il Prefetto. Da marzo 2015 circa 2400 pratiche esaminate per Padova, al ritmo di 300 al mese e solo il 5 per cento ha ottenuto lo status di profugo. Altre mille sono in attesa. Intanto la commissione prefettizia che sta valutando le domande arrivate per il bando da 87 milioni ha già ultimato l'esame sull'offerta tecnica. Le buste con quella economica che determineranno la classifica per il lotto 1 (accoglienza diffusa) si apriranno il 6 marzo. Quelle del lotto 2, le più attese per l'hub di Bagnoli, il 14 marzo.
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