Padova. Centro di procreazione assistita, una nuova sede da 4 milioni. Da Dalt: «Contributo al contenimento del calo delle nascite»

Appena sarà espletata la gara regionale di acquisizione dei gameti la struttura è pronta a procedere con la fecondazione eterologa

Giovedì 29 Dicembre 2022 di Nicoletta Cozza
Il taglio del nastro della sede di Procreazione medicalmente assistita

PADOVA - Il centro era nato nel 1997 per studiare le cause dell'infertilità. Nel 2002 nei suoi laboratori era stato creato il primo embrione, nel 2019 era diventato il punto di riferimento europeo per la preservazione della fertilità nei pazienti oncologici, mentre quest'anno si è visto attribuire il titolo di hub veneto per la tutela della salute riproduttiva. Un'eccellenza a livello nazionale, quindi, per la quale quella di ieri è un'altra data importante in quanto, grazie a un investimento di 4 milioni di euro, è stata inaugurata la nuova sede dell'UOSD di Procreazione medicalmente assistita: 563 metri quadrati al primo piano della palazzina della Divisione Ostetrica, dove a breve, non appena verrà espletata la gara regionale di acquisizione dei gameti, la struttura è pronta a procedere con la fecondazione eterologa. Al taglio del nastro, oltre al direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Giuseppe Dal Ben, sono intervenuti l'assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin; il direttore della P.M.A. Alessandra Andrisani e quello del Dipartimento Salute donna e bambino Liviana Da Dalt, e Angelo Paolo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina dell'Università.

Negli ultimi 15 anni nel centro sono stati effettuati oltre 6mila trattamenti, 200 preservazioni della fertilità, e prese in carico 10mila coppie; la prima visita si può avere nel giro di 3 mesi, mentre non ci sono liste d'attesa per controlli e trattamenti. L'età media delle donne che accedono si sta alzando oltre i 36 anni e l'opzione non riguarda le over 50.

Contribuirà al contenimento del calo delle nascite

Dal Ben, dopo aver ripercorso i successi raggiunti in un quarto di secolo, ha sottolineato: «Inauguriamo questo centro, completamente ristrutturato e articolato in 2 aree, medica e chirurgica, con day hospital, sala operatoria con tecnologie di ultima generazione, il laboratorio e la criobanca del seme, che è un po' il cuore della struttura. Sono stati spesi un milione e 900mila euro per i lavori, e oltre 2 per arredi e attrezzature di ultima generazione, con tutto ciò che serve per dare una risposta da hub regionale. Non posso che ringraziare tutti coloro che hanno collaborato al progetto, in primis l'équipe della dottoressa Andrisani. Puntiamo su questa eccellenza e, facendo ricorso a una battuta che prende spunto dal mio cognome, dico che dobbiamo continuare ad andare dal ben in meglio».
«Il calo delle nascite - ha proseguito Liviana Da Dalt - è uno dei problemi della nostra società e questa progettualità contribuirà al suo contenimento. Come pediatra, poi, aggiungo che la prevenzione per salvaguardare la fertilità delle bambine con malattie oncologiche è una grande prospettiva».

Un importante traguardo

«Nuovi spazi, attrezzature all'avanguardia, un team di professionisti di prim'ordine: sono questi i risultati raggiunti dalla Pma dell'Azienda Ospedale Università di Padova - ha evidenziato Manuela Lanzarin - È tra le eccellenze regionali, oltre che un centro di riferimento nazionale per la cura e la tutela della salute riproduttiva. Oggi, quindi, celebriamo un importante traguardo. In 25 anni, questo hub, non solo ha saputo crescere, ma è diventato la seconda unità in Italia, dopo Bologna, per i trattamenti di preservazione della fertilità dei malati oncologici. Questo significa offrire una prospettiva e dare una speranza per esempio a tutte le ragazze che combattono contro il cancro o il diabete, ma che coltivano il sogno di diventare madri in futuro».
«Un centro come questo - ha annotato Dei Tos - risponde ai bisogni dei cittadini, ma nel contempo è lo spazio ideale per formare i nuovi specialisti».

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 01:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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