Padova. Scritte inneggianti al fascismo sui muri di Scienze politiche: chiesto il processo per 5 di Casapound

Martedì 14 Febbraio 2023 di Marco Aldighieri
Padova, chiesto il processo per 5 membri di Casapound

PADOVA - La Procura ha chiuso il cerchio sui cinque attivisti di Casapound potenziali autori delle scritte celebrative della Marcia su Roma. Il pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini, ha chiesto per loro il processo accusandoli di apologia del fascismo e danneggiamento aggravato. La sera prima del 28 ottobre dell'anno scorso, secondo l'accusa, gli estremisti di destra hanno imbrattato i muri della facoltà di Scienze Politiche e quelli del liceo scientifico Nievo. In entrambi i casi si tratta di edifici storici. Questa una delle scritte "1922-2022, 100 anni di fascismo". Gli agenti della Digos, incaricati delle indagini, hanno incastrato i cinque di Casapound attraverso le immagini di alcune telecamere della videosorveglianza.

Almeno un paio di loro infatti ha agito a volto scoperto. E poi sono stati intrecciati i tabulati telefonici. I cinque, quella sera, si sono chiamati e scambiati messaggi. Poi quando sono arrivati nella loro sede di riviera Paleocapa hanno spento i cellulari. Secondo gli inquirenti da lì si sono diretti a Scienze Politiche e al Nievo per imbrattare i muri di scritte evocative del ventennio fascista.

I cinque, tutti padovani, hanno un'età compresa tra i venti e i 30 anni. Durante le perquisizioni gli uomini della Digos hanno trovato e sequestrato, oltre ai capi d'abbigliamento e caschi utilizzati quando hanno imbrattato i muri, anche una mazza da baseball, un passamontagna, numerosissimi fumogeni e torce illuminanti, una bandiera della Repubblica di Salò e una con la svastica, riviste ed altro materiale di propaganda di estrema destra. Le scritte di stampo neofascista, che celebrano il centenario della Marcia su Roma, sono comparse un po' in tutta Italia la notte della vigilia dell'anniversario. A Padova la polizia ha trovato "Fascismo per sempre", "Azione, squadrismo, rivoluzione" e "Fasciste si nasce". Nella sede del movimento sono stati ritrovati due caschi, utilizzati sempre per "mimetizzarsi". Per gli inquirenti è la prova di una organizzazione all'interno del gruppo neofascista: chiunque andava in sede poteva utilizzare caschi e bastoni per qualsiasi azione anche violenta. Secondo l'accusa gli attivisti di Casapound hanno voluto provocare gli antagonisti violando i loro due centri del sapere. Ecco perchè si è reso necessario il blitz della Digos, per evitare possibile scontri in città tra le due fazioni di estrema destra ed estrema sinistra. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci