Servizio di Busitalia in crisi tra conti in rosso e carenza di autisti

Domenica 2 Ottobre 2022 di Mauro Giacon
Si profila una diminuzione di corse
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PADOVA - «Siamo a un passo dal baratro». La frase raccolta ieri da un dipendente di Busitalia fotografa una situazione che per il gestore del trasporto pubblico appare critica. Saltano le corse, pendolari e studenti restano a piedi, si chiede agli autisti di fare ogni sorta di sacrifico, mentre alcune linee (14-25-26) sono già appaltate per intero a cooperative. E all’orizzonte i sindacati intravvedono nuovi tagli. Da metà ottobre in città con la “rimodulazione del servizio” si rischia di non veder più passare l’autobus nelle ore di “morbida” o che interi paesi della provincia restino isolati, perchè manca la corsa di rientro. Sta già accadendo il sabato per alcuni del Piovese. Non parliamo delle corse notturne a Padova, quasi del tutto abolite. Mentre anche i servizi navetta vengono interrotti: un caso “di scuola” appunto è quello di Albignasego cui è stato comunicato che gli studenti non l’avrebbero più avuto e il comune ha dovuto sopperire con 100mila euro. Per il resto, a Mestrino 60 studenti sono rimasti a piedi e a Borgoricco la gente spazientita ha chiamato i carabinieri.
 

LA PROSPETTIVA
I turni agli autisti sono stati dati solo fino a metà ottobre. Da quella data si attende una ulteriore stretta con una ventina di turni in meno. Ad ogni turno un’autista fa dalle 4 alle 8 corse (dipende dalla tratta). Con una media di 6 significa 120 corse in meno. Si aggiungerebbero ai tagli in atto: nell’extraurbano già 5 turni, più 1 sul bus a chiamata per Schiavonia. La previsione sindacale sull’extraurbano è di 10 turni in meno dal 16 ottobre con la soppressione dei bis, per usare gli autisti nelle corse di linea urbana. 
 

GLI AUTISTI
Ne mancano 70 su oltre 600 (fonte sindacale). Stipendi troppo bassi, fughe, pensionamenti. L’azienda se n’è accorta troppo tardi. Ha provato a comprarne da privati, come Rigato, ma ne ha avuti pochi. Qui è mancata la programmazione, solo adesso è stata attivata una “Academy” di formazione. 
 

IL BILANCIO
Difficile in generale che un’azienda di trasporto pubblico se la passi bene in questo periodo. Busitalia aveva un deficit di 9,3 milioni nel 2021. Ricavi per 88,1 milioni, costi per 86,2 e ammortamenti per 8,2 milioni, conseguenza dei 111 autobus che ha dovuto acquistare per contratto. Non sono bastati dunque i 39,2 milioni ricevuti nel 2021 secondo i dettami del bando per l’assegnazione della gestione del trasporto che ha vinto nel febbraio del 2020, nè l’intervento del governo che ha foraggiato il trasporto pubblico anche se i mezzi erano fermi. Questi soldi fanno parte del contratto firmato nel settembre del 2021 con l’ente di bacino. Riceverà 353 milioni in nove anni per il servizio.
In cambio avrebbe dovuto rinnovare la flotta, 225 mezzi troppo vecchi. Ne ha comprati 111, arrivati in aprile, per l’extraurbano. Sugli altri c’è stata una lunga renitenza finché lo spiraglio del Pnrr e di fondi nazionali per 40 milioni ha sciolto la controversia: ne arriveranno 93 elettrici entro quest’anno. Ma ci sono altre inadempienze: ad esempio non tutti i mezzi hanno il contact-less cioè la possibilità di pagare con il telefonino, oppure le telecamere a bordo o il wi-fi.
 

IL TIMORE
Busitalia ha ragione a lamentare il caro carburante, la diminuzione dei passeggeri, l’aumento dei costi generali. Ma il problema non nasce oggi. Ricordiamo il lunedì nero del 7 gennaio 2016 con il cambio di turni e percorsi del bus. Oppure i disagi dell’anno scorso alla ripresa delle scuole quando l’azienda disse che poteva portare solo l’80 per cento della capienza per le norme covid. Ma a tutte le riunioni che l’ente di governo del Trasporto (Comune e Provincia) ha fatto con Busitalia Veneto quando si è messa davanti l’azienda a una inadempienza le risposta è stata: troppi costi. Ora Giordani è pure presidente della Provincia quindi il numero 1 dell’ente di bacino. Ma c’è un punto di domanda: con chi parlare? Busitalia è qui dal primo maggio del 2015 quando ci fu il conferimento di Aps holding nel Gruppo delle Ferrovie dello Stato cui appartiene. Ma sta cambiando per la terza volta l’amministratore. Dopo Viola e Barbarino arriverà Colella.

 

Ultimo aggiornamento: 12:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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