Padova. Il sindaco Sergio Giordani: «Spero vinca Stefano Bonaccini alle primarie, ma Giorgia Meloni sta facendo bene»

Bonaccini era in città per un incontro al Pedrocchi: ha parlato di autonomia e della corsa alla segreteria Dem

Martedì 17 Gennaio 2023 di Alberto Rodighiero
Stefano Bonaccini e Sergio Giordani a Palazzo Moroni

PADOVA - «Mi auguro che alle primarie possa vincere Bonaccini. Detto questo, credo che Giorgia Meloni fino ad ora abbia fatto bene». Un po' a sorpresa, a dirlo è stato ieri pomeriggio il sindaco Sergio Giordani che, a palazzo Moroni, ha incontrato il candidato Dem alle segreteria nazionale Stefano Bonaccini, impegnato in città in un incontro pubblico in sala Rossini del Pedrocchi. Incontro a cui hanno partecipato, tra gli altri, il vicesindaco Andrea Micalizzi, l'assessore al Commercio Antonio Bressa, il segretario regionale Andrea Martella e i consiglieri comunali Dem Gianni Berno e Nereo Tiso. In prima fila avvistati anche l'assessore allo Sport Diego Bonavina e l'ex vicesindaco reggente Ivo Rossi. «Io non sono del Pd e non voterò alle primarie - ha messo subito le mani avanti il primo cittadino -. Però apprezzo molto Bonaccini perché è molto bravo e concreto.

Secondo me la sfida che deve vincere è quella di mettere tutti assieme per il bene dell'Italia. Credo sia la persona giusta per farlo e mi auguro che possa vincere le primarie. Detto questo, governare l'Italia in questo periodo è difficilissimo. Io non invidio la Meloni, ma credo che si stia comportando bene, perché sta cercando di coinvolgere tutti».

Autonomia e primarie

Nel suo intervento, invece, il presidente dell'Emilia Romagna, essendo in Veneto, ha insistito, in primis sulla questione dell'autonomia. «Per ragionare sull'autonomia bisogna per prima cosa definire i livelli essenziali di prestazione e poi eliminare la spesa storica, altrimenti c'è qualcuno che pensa che avrà sempre meno - ha scandito l'esponente del Pd -. Detto questo, vanno eliminate anche materie divisive come scuola e sanità. Non è pensabile che esista un Paese che ha 20 pubbliche istruzioni diverse. Si rischierebbe di diventare ridicoli. Serve, inoltre, una legge quadro del Parlamento in modo che tutti vengano trattati alla stessa maniera. Non vogliamo un euro in più di quello che già ci arriva, perché il problema non è avere più soldi, ma spendere meglio quelli che ti arrivano».
«Credo che il rientro di Elly Schlein nel Partito democratico sia un bel segnale - ha continuato - è importante allargare la nostra base, perché di gente che se n'è andata ce n'è fin troppa. C'è bisogno di recuperare chi è andato via e di portare anche gente nuova. Se dovessi vincere le primarie, un minuto dopo chiederò a tutti gli altri candidati di darci una mano. Nel caso dovessi perdere, invece, senza chiedere nulla per me, darò una mano agli altri».

Calenda e i 5 stelle

Il governatore emiliano, non ha rinunciato ad una stoccatina nei confronti del leader di Azione Carlo Calenda. «Vedo che si occupa molto del Pd - ha concluso il candidato alla segreteria nazionale - Credo che, invece, si dovrebbe occupare molto di più del governo Meloni perché così potremmo anche fare battaglie assieme. Calenda alle ultime elezioni europee è stato capolista nel Nordest per il Pd, io lo stimo, ma gli chiedo che la stessa attenzione che rivolge a noi diventi, in alcuni casi, anche una battaglia comune. Ad esempio, penso ai tagli sulla sanità pubblica che dovrebbero riguardare anche questo territorio. Una battaglia a cui sono sensibili Movimento 5 Stelle e terzo polo. Invito Carlo a venire a sentire quello che propongo, anche perché io ho in mente un Partito democratico che vuole riscoprire la vocazione maggioritaria. Nessuna polemica, sono pronto a collaborare». 

Ultimo aggiornamento: 13:00 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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