Centomila prestazioni in attesa: in arrivo il piano di ripartenza

Domenica 2 Maggio 2021 di Elisa Fais
intervento chirurgico, foto di repertorio

PADOVA Cala la pressione negli ospedali padovani dopo l'ingresso in zona gialla. I numeri della ripartenza all'Ulss 6 Euganea sono importanti: quasi centomila le prestazioni da recuperare e centinaia gli interventi chirurgici da ricollocare. Il mondo della sanità sta preparando un piano ad hoc per garantire tutte le attività rallentate nei mesi scorsi per far spazio ai ricoveri Covid. La ripresa sarà graduale. Per l'attività ambulatoriale sono 98 mila le prestazioni sospese all'Ulss 6, di queste ne sono già state ricollocate 93 mila e ne rimangono 5 mila in valutazione. Diverse centinaia gli interventi chirurgici programmati, quindi non urgenti, che vanno ripresi.
Il direttore sanitario Aldo Mariotto ha spiegato: «Stiamo riprendendo le attività ospedaliere e di ricovero. A Schiavonia si è passati da 24 a 16 posti letto di terapia intensiva Covid. Ciò ha consentito di riaprire 25 posti letto di chirurgia, con tre o quattro sedute la settimana in sala operatoria, che andremo presto ad incrementare». A Schiavonia sono stati riattivati anche 25 posti letto di medicina specialistici, dedicati ai pazienti di medicina interna, cardiologia e neurologia. Le prestazioni urgenti, quelle in ambito oncologico e appartenenti all'area materno infantile, sono sempre state garantite anche durante le fasi più critiche dell'emergenza sanitaria. 
Anche negli ospedali del capoluogo il Covid inizia ad arretrare in corsia.

La terapia intensiva dell'ospedale Sant'Antonio è tornata Covid-free, aveva riaperto ai positivi lo scorso 13 marzo. Due giorni fa nel reparto di cure intensive di via Facciolati si sono concluse le ultime operazioni di sanificazione e sono stati trasferiti i primi casi gravi no-Covid.  La ritirata del virus si sente anche in Azienda ospedaliera, dove due reparti prima dedicati ai pazienti Covid sono stati riconvertiti. È in programma per lunedì un tavolo tecnico per stabilire il piano di ripartenza delle attività ordinarie in via Giustiniani. 


FINORA SOLO LE URGENZE

Al Policlinico da circa due mesi si effettuavano solo gli interventi urgenti, ai trapiantati e ai pazienti oncologici. La Regione, infatti, aveva chiesto di ridurre al minimo le operazioni per avere libere le terapie intensive. Nei periodi più critici si era passati da una media di 250 interventi al giorno a un centinaio, e negli ambulatori a un abbattimento di circa 1.500 visite al giorno sulle 3.500-4mila programmate.
«Speriamo che la pressione ospedaliera dovuta ai ricoveri Covid continui a diminuire afferma il professor Stefano Merigliano, presidente della Scuola di medicina e direttore del Dipartimento di scienze chirurgiche -. Col progredire della campagna vaccinale e il rispetto delle norme antiCovid, ci sono buone speranze che la situazione migliori. La chirurgia maggiore durante la pandemia è sempre stata garantita, ora serve un'attenta programmazione per erogare la chirurgia minore. In questo senso è fondamentale il ruolo delle terapie intensive e dei reparti di degenza, il Covid finora ha impegnato e assorbito molto personale a partire dagli infermieri». Intanto la curva epidemica di Covid-19 continua a scendere.


LA CURVA EPIDEMICA

L'ultimo report di Azienda Zero registra 136 nuovi casi e tre vittime in provincia di Padova tra giovedì e venerdì. Dal 21 febbraio ad oggi sono stati contagiati 79.399 padovani, la conta delle vittime arriva a 1.729. Attualmente risultano positive al tampone 4.067 persone. Negli ospedali di Padova e provincia sono assistiti 217 pazienti nei reparti Covid, se ne conta solo uno in meno nel giro di 24 ore. Di questi, 33 sono in terapia intensiva. Altri 34 degenti sono in via di stabilizzazione negli ospedali di comunità del territorio. Durante l'emergenza sanitaria l'Ulss 6 Euganea ha sviluppato un servizio ponte tra ospedale e territorio per prendere in carico i pazienti stomizzati prima, durante e dopo l'intervento chirurgico. È quello che accade agli Ospedali riuniti Padova Sud di Schiavonia, dove i pazienti dimessi da ricovero con l'applicazione di una stomia, ovvero una sacca per la fuoriuscita di feci e urine dall'addome, ricevono supporto da un servizio infermieristico ambulatoriale che agisce da legame tra ospedale e domicilio del paziente, soprattutto nel periodo successivo al rientro a casa. 
 

Ultimo aggiornamento: 3 Maggio, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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