«Visita in ospedale, l'odissea vissuta per nostra figlia»

Venerdì 18 Settembre 2020 di Francesco Cavallaro
«Visita in ospedale, l'odissea vissuta per nostra figlia»
BATTAGLIA TERME - «Gli ambulatori di Neurologia ed Epilessia dell'ospedale di Schiavonia non sono ancora pienamente operativi, almeno per quanto riguarda le visite specialistiche programmate. Avevamo un appuntamento, poi saltato a causa dell'emergenza coronavirus, lo scorso 23 marzo. A tutt'oggi non sappiamo quando, e da chi, sarà visitata nostra figlia». Adriana Circo e Emilio Beggiato, di Battaglia, sono i genitori di una ragazza di 25 anni, disabile grave. «Il 25 marzo del 2019, un anno e mezzo fa, siamo stati all'ultima visita di controllo, sempre a Schiavonia raccontano - Usciti dallo studio siamo passati al Cup, Centro unico di prenotazione, per fissare il controllo successivo. Appunto, il 23 marzo dell'anno in corso». Il 21 febbraio, però, il presìdio ospedaliero è stato chiuso e di fatto si è trasformato in un centro dedicato ai pazienti covid. «Nessuno, da quel momento, ci ha scritto o telefonato per comunicarci che le visite specialistiche sarebbero state rinviate a data da destinarsi».

LA TRAFILA
E c'è di più. «Tutti i giorni nostra figlia necessita di farmaci epilettici salvavita». Ogni quattro, cinque mesi i coniugi Beggiato sono tenuti a recarsi dallo specialista, agli ospedali riuniti Padova sud Madre Teresa di Calcutta, per ritirare la relativa ricetta cartacea. «In aprile ricordano abbiamo avuto bisogno proprio di quei medicinali. Non potendo fisicamente entrare nell'edificio, per ovvi motivi di sicurezza, abbiamo convenuto con lo specialista di incontrarci all'entrata per ricevere il documento, rispettando il distanziamento. Da allora, silenzio totale». Lo scorso fine settimana mamma e papà hanno ripetutamente provato a mettersi in contatto col Cup: «Dopo lunghe attese, una voce metallica ci ha informato che saremmo stati richiamati entro cinque giorni». Un operatore ha infine risposto assicurando loro «che si sarebbe adoperato per risolvere la questione. Tuttavia, a tutt'oggi non abbiamo avuto alcun riscontro ufficiale». «Non crediamo che questa sia davvero la migliore sanità d'Italia. Il complesso ritorni a rispondere alle esigenze dei residenti della Bassa, con priorità per i disabili e le loro famiglie. Ci facciamo da portavoce per coloro i quali stanno vivendo la nostra stessa situazione, non rappresentiamo un caso isolato».

LA REPLICA
L'ospedale di Schiavonia fa sapere che «già da marzo sono stati inviati sul cellulare di tutti i pazienti, con prenotazioni nella struttura, degli sms che avvisavano dell'avvenuta sospensione delle prestazioni causa covid». Le attività sono riprese gradualmente: «Le istanze di visite di controllo sono state via via ricollocate negli ambulatori, aperti tutti i giorni. Non sempre c'è lo specialista per quella specifica patologia. In ogni caso la famiglia interessata verrà contattata al più presto».
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