Padova. Un teatro musicale e parcheggio interrato: il progetto di Opv per la Prandina

Si prevede una torre scenica, un palco di 550 metri quadri e 1.400 posti a sedere. Il parcheggio sarebbe interrato

Sabato 14 Gennaio 2023 di Nicoletta Cozza
Il progetto dell'Opv per la Prandina

PADOVA - «No, non è una suggestione, ma la proposta più intelligente, maggiormente realistica e finanziariamente sostenibile di cui disponiamo per realizzare la casa della musica che Padova attende da 40 anni». Andrea Colasio, assessore alla Cultura, ieri mattina in municipio ha sintetizzato così il progetto per costruire un auditorium alla Prandina di Corso Milano, lanciato dall'Opv (Orchestra di Padova e del Veneto) predisposto dagli architetti Iva Iobstraibizer e Nadia Filippi e messo nero su bianco dall'associazione La Specola delle idee nel primo di una serie di quaderni sul futuro della città. Quello iniziale, intitolato "Contrappunti per la città. Padova e la sua orchestra", si rifà al sogno di cui aveva parlato Sergio Giordani a fine anno riferendosi appunto alla possibilità di realizzare un auditorium da mille posti nell'ex caserma con un'autorimessa interrata, circondato da un ampio parco, connesso con quello delle Mura, ipotesi che però non era piaciuta a tutta la maggioranza. E ieri a entrare nel merito della questione, oltre agli stessi Colasio e Iobstraibizer, sono stati Paolo Giaretta, vice presidente dell'Orchestra di Padova e del Veneto, il direttore amministrativo Amedeo Levorato e Paolo Benini che presiede appunto La Specola delle idee.

L'iniziativa mette insieme sia l'annosa esigenza di un auditorium, segnalata non solo da Opv, ma anche da Solisti, Amici della musica e Conservatorio, e quella di riqualificare alcune zone riabilitando degli edifici in disuso. Tra le eventualità inserite nel Quaderno, che poi si sono rivelate impraticabili, c'erano l'utilizzo dell'ex cinema Excelsior, del castello Carrarese e dell'ex Oratorio di Santa Maria delle Grazie.

Un teatro da 1.400 posti

Su quella pensata per la Prandina, che piace al primo cittadino il quale si era adoperato affinché la proprietà passasse dal Demanio al Comune, si è soffermato l'architetto. «La proposta - ha spiegato - è finalizzata a dotare la città di una casa della musica. Il corpo di fabbrica, posizionato vicino al convento abbandonato delle suore Visitandine, che verrebbe trasformato in sede dello Stabile, della stessa Opv e in foresteria per gli artisti, nel nostro elaborato è dotato di una torre scenica, di un palco di 550 metri quadri, con 1.400 posti a sedere. L'ingresso è previsto a sud e interseca i percorsi pedonali di via Orsini e Riviera San Benedetto grazie a un camminamento che attraversa il convento di San Benedetto».
«In pratica - ha proseguito Iobstraibizer - qui sorgerebbe un teatro vero, da 1.200-1.500 posti per la lirica e classica, che oggi non c'è, perché abbiamo il Verdi da 700, il Pollini da 500 e il Geox da oltre 2mila. E l'idea di collocarlo sopra un parcheggio interrato potrebbe rivelarsi vantaggiosa».

Si apra il confronto

Convintissimo dell'intervento è l'assessore Colasio. «Qui c'è un pensiero strategico - ha evidenziato - in quanto le politiche della Cultura, come dimostra l'Urbs Picta, hanno un valore che va aldilà dell'intervento. La suggestione ci porta sull'attualità, come ha detto Giordani, con cui ci siamo confrontati Giaretta e io: lo scenario va affinato, ma il lavoro metodologico già fatto individua molte ragioni favorevoli, come emerso discutendo con Opv e gli altri player musicali. Ciò non significa entrare a gamba tesa in una polemica sterile, ma dare connotazione a un luogo».
«Significativo - ha proseguito - è pure il recupero dell'ex monastero, luogo magnifico, con 100 posti per gli artisti. Ricordo poi che l'Opv è la sola Ico del Veneto e non ci abbiamo costruito nulla attorno: una follia. Questo è l'unico progetto organico percorribile su cui si aprirà un dibattito, dopo che per 40 anni abbiamo parlato a vuoto di auditorium, sbagliando collocazione e creando un cimitero di elefanti. Mettiamo da parte le polemiche e diamo una vocazione artistico-ambientale al sito, rigenerandolo con varie attività e promuovendo gli edifici quattrocenteschi». Colasio, quindi, ha fatto un annuncio: «Stiamo lavorando con l'Edilizia monumentale per dare valore alla Cavallerizza prospiciente Corso Milano e agli altri edifici vincolati: abbiamo musei strapieni e quindi le strutture dell'ex caserma potrebbero, come all'estero, trasformarsi in depositi visitabili».
«Ora - ha concluso - si apre un confronto, che non dev'essere ideologico tra park e verde. Per troppo tempo la politica ha prevaricato la cultura, ma per fortuna Giordani ha abbandonato tali scenari. No, non è una suggestione, ma la proposta migliore ed economicamente sostenibile, con la Fondazione Cariparo che è pronta a mettere disposizione 15 milioni di euro, usufruendo dell'art bonus, che consente di recuperare il 65%». 

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Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 10:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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