Il regista Lorenzo Maragoni vince a Parigi la gara mondiale di poesia

Lunedì 30 Maggio 2022 di Iris Rocca
Giuliano Logos, vincitore dello scorso anno, con il padovano Lorenzo Maragoni

PADOVA  - “Lorenzo Maragoni, Italia”. È stata aggiornata con questa riga alle 11.03 di ieri la pagina Wikipedia sul Poetry Slam. Ad aggiudicarsi la 16. edizione del concorso mondiale di poesia a Parigi è stato il regista della compagnia Amor Vacui e del Teatro Stabile del Veneto, padovano d’adozione.

Nato a Terni nel 1984, nello stesso anno in cui a Chicago si accendono i primi slam, Maragoni è noto in città fin dall’università, quando ancora non immaginava di poter coronare la sua più grande passione rendendola professione. Ancor meno avrebbe immaginato che quella stand up poetry che tanto lo divertiva, lo avrebbe condotto fino alla presa della Ville lumière.


SUL PALCO
Così, sabato sera, in una Parigi divisa nello sport tra la Champions League ed il Roland Garros, il campo di gara di Lorenzo è stato quello a lui più congeniale: il palcoscenico. Unico italiano in gara alla Coupe du Monde de Slam 2022, veniva dato sfavorito per il fatto che il nostro tricolore avesse già sventolato lo scorso anno sul gradino più alto del podio, dove il pugliese Giuliano Logos era stato il primo italiano a salire. La gara di Lorenzo è iniziata mercoledì, affrontando Giappone, Olanda, Quebec e Madagascar, una serata in cui ha subito strappato il biglietto della semifinale di giovedì dove, ça va sans dire, si è confermato titolare per la finale di sabato.


LA SFIDA
Ma cos’è il World Poetry Slam? «Una pazza cosa di poeti e poetesse che si sfidano tra loro, solo che questa volta è su scala mondiale», a sentire Lorenzo nel pre-gara, in piena ansia da prestazione «per performare davanti a un pubblico internazionale, cercando di farlo al meglio possibile». A leggere l’enciclopedia, invece, è una competizione in cui i poeti recitano i loro versi valutati dai giurati sorteggiati tra il pubblico. Una sorta di battaglia rap a suon di versi, nata dalla strada e dai club statunitensi dove bastava un microfono per iniziare a declamare o leggere a voce alta. Con l’arte teatrale condivide solo il palcoscenico, nessun oggetto di scena o costume, ma solo libertà di espressione su ogni tema. Tre le regole ferree anche nel teatro di Belleville: poesie inedite, tre minuti al massimo, solo con corpo e voce. Maragoni ai palchi importanti è già avvezzo, non ultimo quello del TedX di Padova che ha condotto tre settimane fa, appena prima del reading nell’Aula Magna di Palazzo Bo per gli 800 anni dell’Università di Padova con Andrea Pennacchi: «A Padova sono venuto, come chi lascia uno stagno per tuffarsi nel mare».


IN TV
Oltre a questi, anche la tv con “Italia’s got talent”, dove “Lorenzo, il poeta contemporaneo” aveva meritato la standing ovation dei quattro conduttori e di tutto il pubblico. Il palco di sabato sera era lontano dai riflettori televisivi: un tappeto a terra ed un solo faro ad illuminare le sue parole e la sua espressività, fatta di mani nervose in movimento o avvinghiate al microfono. Alle spalle, la traduzione simultanea in inglese e francese dei suoi monologhi. Poesie e riflessioni che hanno scalato con lui il podio, fino al punto più alto. Con lui, di fianco al palco a fare il tifo e a passare poi il trofeo dorato quasi fosse un testimone, il campione dello scorso anno, Giuliano Logos, con il quale condivide l’appartenenza a Wow e alla Lega Italiana Poetry Slam. Felice, Lorenzo? «Tantissimo! È così bello esistano queste manifestazioni: lo spirito è stato più quello dell’incontro con poeti di altre parti del mondo, che della competizione. Dal canto mio mi sento più poeta che attore, ma sto rebrandizzando l’immagine del poeta alla mia maniera. Ora sono in un mix tra la vittoria all’Eurovision, Holly e Benji ai mondiali e Giochi Senza Frontiere, ovvero tre fra le mie cose preferite».
 

Ultimo aggiornamento: 31 Maggio, 10:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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