Giotto e la pittura del '300 a Padova diventano Patrimonio Unesco. Draghi: «Orgoglio per tutto il Paese» Reazioni

Sabato 24 Luglio 2021
Esultanza a Palazzo della Ragione
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PADOVA - Tutto il ciclo pittorico di Padova del Trecento è patrimonio Unesco: è arrivato oggi il via libera ad entrare nella World Heritage List da Fuzhou in Cina dove si è svolta la 44ma sessione del Comitato del Patrimonio mondiale Unesco. La Padova Urbs Picta comprende tutto il ciclo pittorico degli otto edifici e complessi monumentali nel centro storico della città, tra i quali la Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, e gli affreschi del Palazzo della Ragione. È il secondo sito Unesco della città, che è già nella lista con l'Orto Botanico. 

Giotto, Mantegna e la pittura del '300

Avrà portato fortuna quel bacio tra Anna e Gioacchino, i genitori di Maria, il primo mai rappresentato nella storia dell'arte e ancora conservato nei meravigliosi colori della Cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto nei primissimi anni del Trecento, tra il 1303 e il 1305.

Da oggi infatti tutto il ciclo pittorico di Padova Urbs Picta entra nella World Heritage List ed è Patrimonio Unesco, e oltre agli Scrovegni comprende gli affreschi degli otto edifici e complessi monumentali del centro della città.

Il bacio-simbolo dell'amore di Giotto, che porta fino alla nascita di Cristo, è inserito in una scena del prezioso ciclo di storie della Madonna e di Gesù, più precisamente nell'affresco «L'Incontro di Anna e Gioacchino alla Porta d'Oro» dove sono rappresentati i genitori di Maria che teneramente si abbracciano e si baciano innamorati dopo una lunga separazione.

Quando Giotto fu chiamato a realizzare la cappella da Enrico degli Scrovegni, figlio di un ricchissimo usuraio, il pittore aveva già lavorato con i francescani di Assisi e di Rimini, ed era a Padova chiamato dai frati minori conventuali ad affrescare la sala del Capitolo, la cappella delle benedizioni e forse altri spazi nella Basilica di Sant'Antonio. L'aula si presenta ancora oggi magnifica, in un tripudio di colori, affrescata su tutte e quattro le pareti dalla base al soffitto in quattro fasce, per descrivere il tema della salvezza dall'Arcangelo Gabriele nel paradiso terrestre, fino a Cristo, passando per la storia di Gioacchino ed Anna e quelle della figlia Maria, dell'annunciazione e della Visitazione.

Ma non è solo la meravigliosa Cappella degli Scrovegni che è valsa a Padova il prestigioso bollino Unesco. Nel ciclo pittorico trecentesco di Padova rientrano anche gli affreschi dei pittori della sua scuola nel Palazzo della Ragione, quelli di Giusto Dè Menabuoi nella Basilica del Santo, e quelli di Mantegna nella chiesa degli Eremitani. I cicli pittorici inseriti nel sito seriale Padova Urbs picta appartengono al periodo d'oro della città, prima della dominazione veneziana, dall'inizio alla fine del XIV secolo, in particolare dal 1302, momento dell'arrivo di Giotto a Padova, al 1397, anno di realizzazione dell'ultimo ciclo affrescato da Jacopo da Verona nell'Oratorio di San Michele.

Si tratta del lavoro di artisti che con Giotto avevano già lavorato a Rimini, come Pietro e Giuliano da Rimini, a Guariento che opera alla metà del secolo, fino ad artisti come Giusto dè Menabuoi, Altichiero da Zevio e Jacopo Avanzi attivi negli anni Settanta e Ottanta, per concludere con Jacopo da Verona sul finire del secolo. È il ciclo pittorico, della Basilica del santo che fu realizzato da Giusto dè Menabuoi tra il 1370 e il 1378, si estende sull'intera superficie muraria interna. Il Battistero del Duomo è stato recentemente restaurato dalle eccessive infiltrazioni d'acqua. Per quanto riguarda invece la chiesa degli Eremitani il Mantegna era arrivato a Padova negli anni 1448-1450, prima sempre a Padova aveva lavorato nella basilica di Sant'Antonio e nelle chiesa di Santa Sofia. In particolare l'opera ora inserita nel patrimonio Unesco è quella della Cappella degli Ovetari, purtroppo duramente bombardata durante la Seconda Guerra Mondiale. Ad oggi di quelle figure gigantesche ed intense rimangono frammenti dal martirio e trasporto di San Cristoforo, e dell'Assunzione della Vergine. 

Le reazioni

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi: «La proclamazione dei cicli di affreschi del XIV secolo di Padova a Patrimonio Mondiale dell'Unesco è motivo di gioia e orgoglio per tutto il Paese. Mi congratulo con tutte le autorità e le amministrazioni che hanno contribuito a raggiungere questo importante risultato, in particolare con il ministro Dario Franceschini, la sottosegretaria Lucia Borgonzoni, il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia e il sindaco di Padova, Sergio Giordani». 

Il governatore Zaia: «È una bella giornata, che entra nella storia dell'arte, della cultura, della storia di Padova e di tutto il Veneto, terra di rara intensità, dove si coniugano, fianco a fianco, straordinarie bellezze naturali, mare, monti, terme, laghi, parchi, aree di pregio, e meraviglie dell'arte e dell'architettura. Padova Urbs Picta è una di queste e mai come in questo caso il riconoscimento Unesco è ben riposto. Come Regione abbiamo appoggiato questa candidatura anche con uno specifico provvedimento dell'aprile 2018; ora che il risultato è raggiunto, continueremo ad essere della partita sostenendo in tutte le sedi e promuovendo il riconoscimento raggiunto. Si badi bene - conclude Zaia - che il riconoscimento Unesco è tutt'altro che facile, e arriva alla fine di un lungo e duro esame sui requisiti. Averne nove nel nostro Veneto significa moltissimo. Significa che siamo tra le Regioni più affascinanti del mondo».

«Padova è UrbsPicta, patrimonio mondiale dell'Unesco! Un riconoscimento che la consacra nell'Olimpo delle città d'arte più importanti al mondo. Io ci ho creduto sempre. E' una vittoria nostra e dell'Italia»: a scriverlo in un post, il presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati.

«Con Padova Urbs Picta e Montecatini tra le Grandi città termali d’Europa - commenta il ministro della cultura, Dario Franceschini - diventano 57 i siti italiani iscritti nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità: insieme ai 14 iscritti nella lista rappresentativa del patrimonio immateriale dell’umanità, diventano così 71 i riconoscimenti Unesco riguardanti il patrimonio culturale italiano. Padova diventa poi, insieme a Tivoli, una delle poche città al mondo a custodirne due: un primato che rafforza la leadership culturale dell’Italia, ribadisce la vastità del patrimonio culturale nazionale e riconosce il ruolo delle comunità nella tutela e promozione dei propri beni»​.

«​È una vittoria per il Veneto e per tutta Italia. Padova Urbs Picta patrimonio Unesco è il riconoscimento del valore della nostra storia e del nostro patrimonio culturale - commenta il sentatore dell'Udc, Antonio De Poli. Il Veneto si confermerà la regione italiana con il maggior numero di siti riconosciuti patrimonio dell'umanità».

«Abbiamo dovuto aspettare un anno in più per ricevere questo riconoscimento, a causa della pandemia, ma l'emozione che ho provato al momento della proclamazione è stata grandissima. Questo - commenta il sindaco di Padova Sergio Giordani è il riconoscimento del ruolo importantissimo svolto dalla città nella storia dell'arte, ma anche della intuizione e del coraggio che abbiamo avuto nel proporre con successo un sito seriale oltre alla capacità di fare squadra tra tutti gli enti proprietari degli edifici e complessi monumentali che custodiscono questi capolavori».

«Incassiamo un altro sì: Padova è patrimonio Unesco». Così il sottosegretario alla cultura Lucia Borgonzoni al termine della sessione odierna del 44/o Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco.

Ultimo aggiornamento: 22:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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