PIOVE DI SACCO - Si è chiuso il cerchio attorno a una banda di otto sinti accusata di avere commesso, tra giugno e novembre dell'anno scorso, sette rapine e 19 tra furti e tentati tra le province di Padova, Rovigo, Venezia, Ferrara e Verona.
I FATTI Senza scrupoli la banda, tutti parenti fra di loro, si è macchiata di sette rapine. La più crudele è stata quella consumata il 12 ottobre del 2020, quando secondo l'accusa David Curcio, dopo essere evaso da una comunità di recupero nel vicentino, si è recato ad Abano per rapinare i suoi nonni. Il colpo, dall'esiguo bottino di 30 euro, lo avrebbe consumato in compagnia di Millas, Fulle e un terzo soggetto minorenne. I due anziani sono stati prima spinti e poi presi a schiaffi. La banda, ancora per l'accusa, avrebbe commesso una rapina a Solesino il 21 settembre del 2020. A farne le spese un automobilista a cui è stata tagliata la strada per bloccarlo e derubarlo. E prima ancora a Conche di Codevigo, quando il 16 luglio del 2020, ancora per l'accusa, il solo pugile Millas ha preso a pugni una commerciante di pesce per rapinarla della borsetta di Dolce e Gabbana. Senza dimenticare l'efferata rapina consumata a Mestre il 16 ottobre del 2020. Nell'occasione, sempre per l'accusa, Millas avrebbe colpito con una raffica di pugni due vittime per rubare loro 180 euro, un tablet e un telefono cellulare. Uno dei due è stato dimesso dal pronto soccorso con una prognosi di 51 giorni. Poi altre tre rapine, per l'accusa sempre ad opera della banda, sarebbero state consumate a Padova il 27 ottobre, a Copparo in provincia di Ferrara il 10 novembre e ad Anguillara Veneta il 25 novembre.
LA TECNICA La banda è stata anche accusata di diciannove tra furti e tentati furti tra i comuni di Marghera, Mira, Rosolina, Legnago, Candiana, Conselve, Agna e Loreo. Nella maggiore parte dei casi si appostavano nei pressi del parcheggio di un grande centro commerciale. Prendevano di mira un'auto a cui foravano una gomma. Poi attendevano l'arrivo del proprietario e quando si accingeva a cambiare la ruota con le portiere aperte, uno dei banditi di soppiatto arraffava borsa e soldi. La tecnica è stata messa in pratica anche da Donovan Fulle all'inizio di marzo nel comune di Adria. Il sinti di 25 anni, con l'obbligo di dimora a Cavarzere, invece di andare al lavoro a Correzzola si è diretto in provincia di Rovigo per commettere un furto in auto. Ma gli è andata male, perchè è stato riconosciuto dal proprietario. Così la misura restrittiva è stata aggravata, ed è finito agli arresti domiciliari.