PADOVA - A marzo tornerà insieme a Luca Argentero sul set di DOC - Nelle tue mani, la fiction medica che durante i mesi del lockdown ha conquistato il pubblico di Rai1 con la storia di un primario senza memoria, ricoverato per amnesia nello stesso ospedale in cui lavorava prima dell'incidente.
Pierpaolo Spollon
Una fiction molto amata (30% di share, annunciato il remake americano) in cui il 32enne padovano Pierpaolo Spollon si è ritagliato un ruolo particolare, quello dello specializzando mutilato Riccardo Bonvegna, tra i personaggi più seguiti dal pubblico social del programma: «A marzo giriamo la seconda stagione, non ho ancora letto il copione ma penso che sarebbe molto utile se nelle prossime puntate di DOC si parlasse di Covid», ha detto a margine dell'incontro con i ragazzi del festival Giffoni Winter Edition, «Vederlo rappresentato nella serie, raccontato e affrontato in corsia, potrebbe essere una liberazione psicologica per il pubblico: il nemico fa più paura quando è invisibile».
Fiction Rai DOC
Un successo, quello di DOC, che per Spollon sarebbe stato «del tutto inaspettato», frutto di una scrittura equilibrata, tra leggerezza e dramma: «Ci vuole un attimo perché una storia così si trasformi in parodia, bisogna essere bravi a non oltrepassare la linea del grottesco», ha detto, in risposta alla polemica di Beppe Fiorello sul proliferare di fiction mediche in lockdown, «in più non credo che andare in onda in piena pandemia abbia aiutato: io anzi ero convinto che le persone fossero nauseate di sentir parlare tutti i giorni di medici, temevo l'effetto repulsione».
Serie più viste
L'effetto, invece, è stato contrario: con una media di otto milioni di spettatori a puntata, DOC è diventata la serie Rai più vista degli ultimi 13 anni.
Il lavoro, a Spollon, per il momento non manca: oltre al ritorno in Che dio ci aiuti, sarà nel ruolo di Michelangelo Buonarroti in Leonardo e tra i protagonisti di Blanca, serie investigativa realizzata dalla squadra di DOC (stessi produttori, la LuxVide, stesso regista, Jan Maria Michelini) sulle indagini di una poliziotta ipovedente. «Dopo 12 anni di carriera sento finalmente di aver fatto un piccolo scatto, di essere diventato più consapevole».
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