PADOVA - Uno è il figlio del capo dei capi di Cosa Nostra. L’altro è un pentito di mafia che ha contribuito a far decimare a suon di ergastoli la cosca capeggiata da Nitto Santapaola. Giuseppe Salvatore Riina e Marcello Gambuzza sono vicini di casa. Abitano entrambi all’Arcella, a poche decine di metri di distanza, senza saperlo. È vero che le rispettive famiglie non sono in guerra tra loro ma la vicinanza tra il figlio del boss e il collaboratore di giustizia rappresenta un potenziale pericolo. E la contiguità è quantomeno una singolare coincidenza. Gambuzza vive in regime di protezione, sotto la giurisdizione della struttura che gestisce abitualmente i pentiti di mafia, mentre Salvuccio è in realtà un sorvegliato speciale, formalmente libero ma sottoposto a precise limitazioni...
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