PADOVA - L'idea era nata nel corso di un evento, organizzato due anni fa a Palazzo della Ragione in coincidenza con la Giornata mondiale della vista, organizzato dal Lions di Padova e Provincia, per sensibilizzare sul problema di come le persone riescano a percepire il mondo non solo attraverso gli organi di senso, ma anche grazie alla mente. In quella circostanza era stato il pendolo di Foucault situato all'ingresso a simboleggiare proprio la luce della mente. Lo strumento, però, era fermo da tempo e quindi i soci del club decisero di sponsorizzare l'intervento per rimetterlo in funzione, in modo che le sue oscillazioni rappresentassero un'ulteriore testimonianza della vocazione scientifica della città universitaria, che si perpetua da 8 secoli.
E ieri, a conclusione delle operazioni di ripristino, costate 10mila euro, nel medesimo contesto è stato presentato il restauro durante una mattinata di approfondimento intitolata Dallo studium all'Università, organizzata dal Lions in collaborazione con Comune e Ateneo, e che rientra nell'ambito delle iniziative per gli 800 anni del Bo.
I DETTAGLI
Nel 2006 era stato l'allora sindaco Flavio Zanonato a far installare il pendolo in Salone: si tratta di una sfera di 13 chili appesa al soffitto con un filo di acciaio di circa 20 metri che riproduce il fenomeno scoperto da Foucault grazie a una serie di led bianchi che si accendono progressivamente all'oscillare della sfera (ogni oscillazione è di 2 metri, in 9 secondi), all'interno di una grande vasca nera.
«L'elettronica di controllo dell'elettromagnete e dei 180 LED - ha spiegato Torzo - è stata completamente rifatta con il finanziamento di Lions, per superare il problema connesso ai flash fotografici dei visitatori che interferivano con i sensori ottici. Questo strumento è un oggetto delicato che ha richiesto negli anni un continuo monitoraggio, ma è l'unico al mondo che oscilla da 16 anni senza un intervento manuale periodico».
«Il Lions - ha invece evidenziato Nardelli - si interessa al pendolo per stimolare la cultura scientifica del Bo, che ha 2 caratterizzazioni: il libero pensiero che ha sempre garantito, e l'insegnamento di Galileo, secondo il quale ogni risultato va verificato». «A Padova - ha concluso Colasio - hanno lavorato due giganti come Pietro d'Abano e Galileo, che hanno fatto fare un salto di qualità scientifico a Padova, punto di snodo tra Medioevo e Rinascimento. E non dimentichiamo l'intreccio con l'Urbs Picta patrimonio Unesco con un altro straordinario strumento per misurare il tempo, che è l'orologio astronomico trecentesco di Giovanni Dondi».