Il viceprefetto indagato guiderà un Comune sciolto per mafia

Mercoledì 29 Agosto 2018 di Gabriele Pipia
Pasquale Aversa
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PADOVA - Indagato a Padova per utilizzazione e rivelazione del segreto d'ufficio, nominato a Gioia Tauro alla guida di un'amministrazione comunale sciolta per mafia. È il caso di Pasquale Aversa, viceprefetto di Padova sollevato dal suo incarico perché accusato di aver favorito la cooperativa Edeco nella gestione dei migranti. L'inchiesta della procura di Padova ha scoperchiato un sistema di malaffare che molti sospettavano già da tempo, ma l'alto funzionario dello Stato ha dovuto attendere solo pochi giorni prima di trovare un nuovo ruolo operativo. È tutto scritto in un decreto firmato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e pubblicato sul sito internet del quirinale: il viceprefetto Pasquale Aversa entra infatti a far parte della Commissione straordinaria per la gestione del comune di Gioia Tauro, in provincia di Reggio Calabria. Di quella commissione dovrebbe essere  nominato presidente. L'atto del quirinale è datato 9 agosto: negli stessi giorni fonti vicine al Ministero dell'Interno avevano fatto trapelare la notizia che Aversa avrebbe presto lasciato la sua scrivania padovana. 
Nella cittadina calabrese Pasquale Aversa prenderà il posto di un altro viceprefetto, Franca Tancredi, e farà parte di una commissione composta da tre membri, come previsto per i comuni in cui vengono accertate interferenze della criminalità organizzata. L'ex viceprefetto di Padova ha passato gli ultimi giorni in ferie e prenderà servizio nel nuovo ruolo tra pochi giorni. 
L'INCHIESTAPasquale Aversa, 62 anni, di origine napoletana, era già stato commissario prefettizio ad Abano dal giugno 2016 al giugno 2017 dopo l'arresto del sindaco Luca Claudio coinvolto nella Tangentopoli delle Terme. Ora è accusato di aver agevolato l'attività della cooperativa padovana Edeco (ex Ecofficina) tenendo stretti contatti con il cervello della coop, Simone Borile, e con la moglie Sara Felpati. Si parla di bandi creati ad hoc e di informazioni riservate comunicate in gran segreto ai vertici della cooperativa, che gestiva il grande centro di accoglienza di Bagnoli. «Non voglio commentare l'inchiesta perché penso che ci siano le sedi adeguate per farlo - dice ora il prefetto di Padova, Renato Franceschelli - ma di certo questa nuova nomina dimostra che non si tratta di una persona inaffidabile come è stato dipinta. Sono dispiaciuto, perché con lui ho lavorato proficuamente e non ho motivo di dubitare della sua lealtà e della sua fedeltà».
Ma chi arriverà nella città del Santo al posto di Pasquale Aversa? Il 10 settembre scadrà il termine per presentare le domande per partecipare al bando: il nuovo vice prefetto vicario sarà nominato tra la fine di settembre e l'inizio di ottobre. 
L'HUB DI BAGNOLIL'inchiesta penale sta facendo il suo corso, ma intanto anche la giustizia amministrativa si sta occupando della gestione dei migranti in provincia di Padova. Il 3 aprile 2017 il bando per la gestione del grande hub di Bagnoli, da anni affidata ad Edeco, è stato vinto dalla cooperativa siciliana Badia Grande. Edeco ritiene che nell'offerta della coop rivale ci fosse un vizio di forma e da qui è nata una battaglia giudiziaria costellata da ricorsi e contro-ricorsi. Ultimo passo il prossimo 30 settembre, quando si pronuncerà il Consiglio di Stato. «Se darà ragione alla coop siciliana - spiega il prefetto - noi in poche settimane stipuleremo il contratto».
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