Pasqua con divieti, ad Abano e Montegrotto 10 hotel su 95 aprono: riempiti al 45%

Martedì 2 Marzo 2021 di Eugenio Garzotto
Pasqua con divieti, ad Abano e Montegrotto 10 hotel su 95 aprono: riempiti al 45%

ABANO/MONTEGROTTO (PADOVA) - Doccia gelata sul turismo termale euganeo.

Il prolungamento delle misure anti-Coronavirus dal 6 marzo fino al 6 aprile previsto dall'ultimo Dpcm spegne definitivamente le speranze degli operatori del settore in una ripartenza, seppure timida, dell'attività alberghiera per il periodo pasquale. I primi sei mesi della stagione turistica 2021, che ufficialmente si apre proprio oggi, di fatto sono già stati azzerati dalla scelta del governo Draghi di prorogare il divieto di spostamento fra le regioni. Il che rappresenta una ulteriore mazzata per un comparto messo al tappeto l'anno scorso dallo scoppio dell'epidemia, con lo stato di emergenza che venne proclamato dall'esecutivo guidato da Giuseppe Conte proprio nello stesso periodo, a pochi giorni dalla riapertura degli hotel.


«Per qualche tempo ci eravamo illusi che potesse essere decretato un allentamento dei divieti dichiara Marco Gottardo, direttore di Federalberghi Terme Euganee - con la possibilità di accogliere ospiti anche da fuori del Veneto e di organizzare qualche intrattenimento, come balli e feste, e poter allestire i buffet. Dopo una leggera discesa dei contagi, nelle ultime settimane a livello nazionale si è però registrato un incremento dei casi e questa possibilità è sfumata. La proroga delle misure continua Gottardo è per noi un fattore di altissima preoccupazione, dopo un 2020 da dimenticare. Praticamente, il primo semestre dell'anno è già andato perso. Il mese di aprile, infatti, rappresenta un periodo cardine. Non solo per le festività pasquali, ma anche per le ricorrenze del 25 aprile e del primo maggio».


TEMPI DIFFICILI

In buona sostanza è la previsione degli imprenditori del settore - gli effetti del Dpcm si faranno sentire anche dopo la sua scadenza, pur nell'eventualità che per quella data possa essere deciso un allentamento dei divieti. Prolungando così la crisi del settore fino all'estate, quando si entrerà nel periodo di bassa stagione e i flussi turistici se la situazione sanitaria migliorerà, il che resta tutto da vedere prenderanno la via del mare e della montagna. Per tornare alle Terme, incrociando le dita e al netto di tutto le incognite da qui ai prossimi mesi, solo a settembre. «Al momento per Pasqua ci aspettiamo, con la sola movimentazione turistica regionale, un riempimento degli hotel del 40, 45 per cento prosegue Gottardo -. E stiamo parlando, fra Abano e Montegrotto, della solita decina di stabilimenti, sul totale di novantacinque, che resteranno aperti».


Il direttore dell'ente di categoria ritiene inoltre che sui contenuti del nuovo decreto abbia pesato in maniera determinante la crisi del governo Conte. «Un esecutivo già in carica forse avrebbe potuto permettersi un allentamento puntualizza -, ma non è escluso che il premier Draghi abbia voluto optare, almeno in questa prima fase, per una continuità dei provvedimenti secondo le indicazioni del comitato tecnico-scientifico, in attesa di avere una visione più chiara della situazione».


IL TRACOLLO

Il quadro generale si presenta comunque a tinte foschissime, con la previsione di un crollo dei ricavi nell'ordine dell'80 per cento. Un'amara riflessione Gottardo la riserva quindi al fatto che il comparto alberghiero euganeo abbia investito impegno e risorse economiche per mettere da subito le strutture in sicurezza, dai dispositivi di sanificazione ai rigidi protocolli di distanziamento, fino ad arrivare al contingentamento delle prenotazioni, non oltre il 60 per cento della capienza degli alberghi. «É un argomento che abbiamo perorato in tutte le sedi politiche, sia nazionali che regionali afferma -. Purtroppo, non è servito». Il direttore di Federalberghi ricopre anche la carica di presidente dell'Ente Bilaterale Turismo Provinciale che, oltre agli hotel, comprende ristorazione e pubblici esercizi del Padovano. E da questo osservatorio allarga il campo della sua analisi. «La situazione è pesantissima anche per le strutture ricettive di Padova che vivono sostanzialmente del turismo culturale e religioso e dei viaggi organizzati dall'estero sottolinea -. Il mercato, per loro, è quindi sostanzialmente bloccato. Se infatti gli hotel delle Terme possono continuare a funzionare come presidi sanitari e quindi soffrono per una limitazione alla loro attività, seppure enorme, gli alberghi del capoluogo sono fermi. Non parliamo poi di ristoranti, bar, pizzerie e altre tipologie della ristorazione, visto che il nuovo Dpcm conferma la chiusura alle 18. Il crollo dei fatturati, in questi casi, è prossimo al cento per cento».

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