Parisi per ricompattare: «Cambiamo
il Paese o finiamo nelle mani di Grillo»

Sabato 12 Novembre 2016 di Claudia Guasco
Parisi per ricompattare: «Cambiamo il Paese o finiamo nelle mani di Grillo»
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PADOVA - Una millefoglie alla crema per festeggiare il compleanno ("E oggi, sono 60"), una botta "a quella roba li' che si riunisce a Firenze" e un affondo contro Matteo Renzi. "Ormai è evidente che ha fallito, perchè non ha raccontato la verità. Ora abbiamo un Paese da ricostruire". Stefano Parisi, candidato di Forza Italia per la guida del nuovo centro destra, sbarca a Padova e riunisce "l'area popolare e democratica, che deve decidere dove dobbiamo andare per cambiare il Paese. E bisogna farlo oggi, perché tra poco ci sarà il referendum e lo scenario cambierà. Oppure rischiamo di finire nelle mani di Grillo".

Il messaggio di apertura inviato da Silvio Berlusconi è una chiamata a raccolta: "Dopo la vitoria del no al referendum si dovrà andare alle urne, con una legge elettorale ragionevole e possibilmente condivisa, e dare il via a un vero percorso di riforme. Di fronte ai risultati di Renzi e alla palese incapacità di governare dei Cinque Stelle, toccherà a noi proporre al Paese un'offerta politica di qualità, un progetto di governo serio, credibile e responsabile".

"RENZI HA DISTRUTTO IL PAESE"
Dopo la corsa a sindaco di Milano persa contro Giuseppe Sala, Parisi è il "rigeneratore" di Forza Italia che si contrappone ll'asse del Nord formato dal'azzurro Giovanni Toti, dal leghista Matteo Salvini e da Giorgia Meloni. In palio c'è il tesoretto elettorale di Silvio Berlusconi e la necessità di creare un'alternativa credibile a Pd e Movimento 5 Stelle. Mentre la corrente trumpista Toti-Carroccio-FdI lancia la sua sfida da Firenze, Parisi risponde da Padova, scossa dal crollo della giunta e dall'uscita di scena del sindaco leghista Massimo Bitonci avvenuto venerdì a mezzanotte. "Caro presidente Berlusconi - è il messaggio di Parisi - o si cambia passo o siamo morti. La soluzione non sono Salvini, la Lega o le ruspe, ma una cultura di governo che sappia dare una risposta al Paese. La politica non si fa tra individui che si spartiscono pacchetti di voti, tra impiegati del sistema che pensano solo a se stessi, ai loro malati rapporti personali di odi e risentimenti che oggi hanno portato alla crisi della giunta di Padova".
 
Ultimo aggiornamento: 15:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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