Padova. Prandina solo parco. Bertin (Ascom): «Abbiamo a che fare con degli incompetenti, personaggi in malafede»

La dura reazione dopo la scoperta che riguarda l'ex caserma di corso Milano: già una legge del '71 ne prevedeva la destinazione di verde pubblico

Martedì 23 Maggio 2023 di Alberto Rodighiero
Il parcheggio della Prandina

PADOVA - «Nella migliore delle ipotesi abbiamo a che fare con degli incompetenti, nella peggiore con personaggi in malafede». Ancora una volta a suonare la carica sui ritardi nella realizzazione alla Prandina di un grande parcheggio a servizio del centro storico è l'Ascom.

L'attacco

A dare il là al presidente di Confcommercio Ascom Padova Patrizio Bertin è la «rivelazione», fatta sabato scorso dall'architetto Luisa Calimani e da una serie di associazioni ambientaliste, secondo cui esisterebbe una legge del 1971 in virtù della quale l'ex caserma che si affaccia su corso Milano avrebbe una sola destinazione: verde pubblico. Di conseguenza, all'interno dell'area, sempre secondo una legge vecchia ormai di 52 anni, mai e poi mai potrebbe essere realizzata un'area di sosta in grado di accogliere centinaia di posti auto da mettere a servizio delle attività commerciali del centro storico. «Nel 1971 ha esordito Bertin - c'era ancora la guerra del Vietnam e Nixon non era ancora stato incriminato per il Watergate. Eppure, qui a Padova, già sapevamo come sarebbe andato il mondo: per la ex Prandina niente parcheggio e solo parco». Il numero uno dei commercianti padovani ha, dunque, atteso 48 ore prima di prendere posizione su un tema che, ormai da anni, infiamma gli animi delle associazioni di categoria padovane. «Mi aspettavo un intervento di Palazzo Moroni - ha aggiunto - ma poi, visto il silenzio, ha deciso di uscire lui allo scoperto. Sto seriamente valutando ha continuato - se sia il caso di chiedere al Comune un rimborso spese per i più di 10 anni di riunioni alle quali l'Ascom ha fatto partecipare i propri dirigenti e funzionari.

Perché se è vero che la legge 542 prevede solo il parco, allora mi chiedo perché ci siano stati gli incontri, la sperimentazione del parcheggio, Agenda 21, l'ipotesi caldeggiata dal sindaco dell'auditorium, i locali che si pensavano realizzati per darli poi in uso alle organizzazioni del volontariato e credo di dimenticare di sicuro qualcosa».

Bertin preferisce prenderla con ironia, ma per l'Ascom la questione è maledettamente seria e quindi non rinuncia all'affondo. «Escludere la possibilità che la ex Prandina diventi un parcheggio come noi auspichiamo da più di un decennio ha detto, infatti, il rappresentante dell'associazione di categoria - non è un problema del solo corso Milano. L'idea di una piazza Insurrezione libera dalle auto ma attorno alla quale dovrebbe svilupparsi un quadrilatero ricco di negozi di cui, nelle scorse settimane, è stato dato un assaggio in via San Fermo, dipende da ciò che si deciderà di fare all'ex Prandina.

Se la città potrà contare su parcheggi adeguati avremo gli investimenti auspicati, avremo un albergo al posto dell'ex Inps, avremo i grandi marchi. Senza parcheggi adeguati avremo la Padova del 1971 quando il Veneto era accreditato di un Pil sotto il livello medio nazionale. Resta comunque la questione della legge del '71 del secolo scorso ha concluso polemicamente - Direi che più di 50 anni dovrebbero essere un tempo sufficiente per accorgersi che si sta discutendo del "sesso degli angeli" e senza adombrare l'idea che si possa cadere nell'abuso d'ufficio, credo che il tutto sia una perfetta presa in giro della cittadinanza». «Se mi è consentito - chiude - proporrei per la ex Prandina una destinazione a cimitero. Avrebbe i crismi del parco e sarebbe una "pietra tombale" su una vicenda che, riecheggiando Ennio Flaiano, è drammatica ma non seria».

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