Papa Francesco al meeting annuale di Medici con l'Africa Cuamm: «Date voce a quello che non si vede»

Il Santo Padre ha ricordato le mamme africane che non possono avere un parto sicuro e il lavoro dell'organizzazione di don Dante Carraro per aiutarle

Domenica 20 Novembre 2022 di Federica Cappellato
Papa Francesco al meeting del Cuamm in Vaticano

PADOVA - «Lo stile vostro è essere con l'Africa, prima ancora di essere per l'Africa. E questo è proprio l'atteggiamento buono, perché c'è nell'inconscio collettivo quell'atteggiamento brutto: l'Africa va sfruttata. La vostra opera invece è un modo concreto di mettere in pratica una cosa che chiediamo ogni giorno nel Padre nostro. Quando preghiamo dacci oggi il nostro pane quotidiano, dovremmo pensare bene a quello che diciamo, perché tanti, troppi uomini e donne, di questo pane, ricevono solo le briciole, o nemmeno quelle, semplicemente perché sono nati in certi luoghi del mondo». Ha accolto e abbracciato simbolicamente l'Africa, Papa Francesco. Lo ha fatto ieri nell'Aula Paolo VI del Vaticano, in occasione dell'Annual meeting di Medici con l'Africa Cuamm, animato da oltre quattromila persone che, provenienti dai quattro angoli d'Italia e anche dall'estero, hanno guadagnato la città eterna in pullman, treno, auto, aereo.

Alla grande, appassionata, indomita famiglia del Cuamm, il Santo Padre ha rinnovato l'incoraggiamento a proseguire sulla strada tracciata fin dal 1950, a «non aver timore di andare in luoghi difficili», a «continuare a dar voce a ciò che non si vede».

L'appello del Papa

Il suo pensiero è corso in particolare alle tante mamme africane che non possono avere un parto sicuro e a volte perdono la vita e ai molti bambini che si spengono già nella prima infanzia. «La vostra presenza qui oggi porta il mio cuore vicino a Paesi che mi sono particolarmente cari, come la Repubblica Centrafricana, dove sono stato nel 2015 per aprire la Porta Santa, a Bangui e al Sud Sudan dove, a Dio piacendo, mi recherò - ha annunciato il Papa - all'inizio del prossimo anno». Quindi l'invocazione a non aver timore ad affrontare sfide difficili, a intervenire in luoghi remoti dove le popolazioni non hanno la possibilità di curarsi. «Siate con loro. Dovessero occorrere anni di fatiche, dovessero susseguirsi delusioni e fallimenti per ottenere dei risultati, non scoraggiatevi. Perseverate con il servizio ostinato e il dialogo aperto a tutti come strumenti per la pace e il superamento dei conflitti». Accorato l'appello di Francesco al disarmo: «Oggi si spendono miliardi per le armi, si bruciano altre enormi risorse nell'industria dell'effimero, del trucco per esempio, e dell'evasione. Disdicevole come l'umanità sia capace di portare avanti l'industria delle armi che distruggono tutto, e non riesca a garantire la salute, bene primario».
«Nel XXI secolo tanti fratelli non hanno accesso alla sanità di base: è vergognoso che l'umanità non sia capace di risolvere questo problema», la denuncia a braccio del Papa.

La speculazione

Marmorea e operosa la presenza del Cuamm, da 72 anni a battersi perchè la salute sia, non un privilegio di pochi ma un diritto di tutti. «L'Africa sta tornando indietro, dalla pandemia alla guerra, fino alle speculazioni energetiche e finanziarie, tutto questo sta pesando in modo drammatico. Basta pensare che all'inizio dell'anno un paio di guanti in lattice da ospedale in Etiopia costava 0,5 centesimi e adesso 1 euro. Qui noi facciamo fatica - ha detto don Dante Carraro, direttore del Cuamm - ma in Africa il costo della vita è aumentato a dismisura. Come Cuamm, il nostro compito è quello di guardare avanti, comunque con fiducia». Tra il folto pubblico anche Romano Prodi, Elisabetta Belloni ed Elena Ostanel, consigliera regionale del movimento civico Il Veneto che Vogliamo. «Ho voluto sentire dal vivo - ha commentato quest'ultima - parole come il no alle armi». A concludere l'evento, impreziosito dalle note dell'orchestra giovanile I Polli(ci)ni, un'emozionante esecuzione di Niccolò Fabi che ha commosso sulle note di Costruire. 

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