PADOVA - I suoi viaggi, i suoi scritti, le sue passioni. Questa mattina, 5 agosto, alla chiesa di San Giovanni Bosco alla Paltana il mondo del giornalismo e dello sport si è riunito per dire addio a Paolo Donà, giornalista del Gazzettino in pensione scomparso a inizio settimana a 74 anni per un malore.
La chiesa era piena, non c'era più un posto a sedere. Sulla bara i fiori erano bianchi e rossi, il colore del Calcio Padova (e una maglietta della squadra) di cui Paolo ha scritto fino all'ultimo giorno di lavoro. E anche oltre. Don Marco Galante ha ricostruito un ritratto partendo dai racconti degli amici e dei colleghi che per anni hanno lavorato fianco a fianco. Paolo era un mostro di cultura, una persona di spessore, grande conoscitore della città. Alcune sfumature don Galante le ha colte dai suoi libri, in particolare un libro di viaggi ricco di fotografie. Paolo aveva viaggiato davvero in ogni dove, un amore talmente grande da fargli decidere di accreditarsi come guida turistica. Una persona che sapeva fare squadra, dentro e fuori il mondo del lavoro.
Seduti ai banchi c'erano il sindaco Sergio Giordani in prima fila, l'assessore allo Sport Diego Bonavina, l'ex campionessa olimpionica di scherma Francesca Bortolozzi, il presidente del Coni Veneto Dino Ponchio e i componenti del Cenacolo Club. Questi ultimi hanno istituito una borsa di studio a nome di Paolo Donà che andrà alla miglior tesi del Dipartimento di Scienze Motorie del Bo. La scelta del vincitore spetterà a una commissione mista, composta da docenti dell'Ateneo e da soci del Cenacolo: quest'ultimo ha messo disposizione una somma di 2mila 500 euro, ma chiunque potrà contribuire a rimpinguare l'ammontare con una donazione utilizzando l'iban del club (IT55 A058 5662 4701 8257 1431 488), con causale Borsa di Studi Cenacolo Università di Padova Paolo Donà.
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