Si arrende a 61 anni Paolo Andreose, imprenditore e colonna del rugby

Venerdì 9 Aprile 2021 di Maria Elena Pattaro
Si arrende a 61 anni Paolo Andreose, imprenditore e colonna del rugby

PADOVA - Ha passato la palla. Si dice così nel mondo del rugby che lui tanto amava e per il quale si era speso con passione. Placcato da quell'ultimo nemico invisibile: il Covid-19. Paolo Andreose, 61 anni originario di Valle San Giorgio di Baone, ex presidente del C'è l'Este Rugby, nonché noto imprenditore nel settore del verde, è morto ieri mattina.

Ha lottato con tutte le sue forze ma non è bastato: il suo corpo già messo a dura prova da altre patologie non ha retto l'attacco del coronavirus. 


A SCHIAVONIA

Il 61enne, sposato con Lorella e papà di Ilenia e Giovanni, si era ammalato a metà marzo e l'aggravamento delle sue condizioni ne aveva poi reso necessario il ricovero all'ospedale di Schiavonia. La famiglia non lo ha più visto dal giorno del ricovero, soltanto un'ultima telefonata giusto prima di entrare in Terapia intensiva. Poi più nulla fino alla tragica notizia di ieri che ha gettato nello sconforto due comunità, ora unite nel cordoglio: quella di Baone in cui ha vissuto fino a un paio di anni fa, prima del trasferimento a Monselice e quella di Este, in cui era molto conosciuto. 
Paolo aveva trasformato la sua passione per il giardinaggio in un vero e proprio lavoro, diventando un manutentore di giardini. Aveva fondato la ditta Verde Idea, con sede a Este. Anima del C'è l'Este Rugby, ne era stato presidente e ieri la società lo ha ricordato con affetto: Una persona schietta sempre pronta a lavorare per la causa ma soprattutto un amico. I Paleoveneti, la squadra di old del Rugby Este si stringono nel dolore ai familiari. 


FUORI TEMPO MASSIMO

La vita per lui è stata una corsa a ostacoli: per due anni aveva vissuto con in pancia ago e filo da sutura, dimenticati dal chirurgo che lo aveva operato e successivamente aveva combattuto anche contro un tumore. Da ultimo il Covid. L'episodio di malasanità di cui era stato vittima risale al 15 dicembre del 2010, quando era stato operato all'addome nella clinica chirurgica 1 dell'Azienda ospedaliera di Padova. Una volta dimesso, aveva iniziato a sentire dolori lancinanti all'addome, tanto da causargli anche problemi con il lavoro. Si era quindi sottoposto a una serie di visite mediche finché a luglio del 2012 i medici avevano scoperto la causa di quell'inferno: un ago di 24 millimetri e il filo di sutura. Rimossi i corpi estranei, Andreose aveva denunciato il chirurgo e la strumentista, chiedendo un congruo risarcimento danni. Entrambi sono stati prosciolti: così aveva deciso il giudice perché la querela di parte era stata presentata fuori tempo massimo consentito per legge. 


Una doccia fredda per il 61enne di Baone, che nel frattempo si era trovato a dover combattere contro un tumore. «Non si poteva resistere alla tua vitalità racconta l'amico e compagno di chemio Pietro, affidando ai social il suo messaggio di addio . Sei stato un'ondata di goliardia in un reparto in cui la gente si prepara a morire, al massimo a sopravvivere. Abbiamo combattuto la nostra guerra assieme, con la nostra strana leggerezza che nessuno capiva. Era bello ascoltarti parlare dei tuoi nipoti, del tuo lavoro, delle tue avventure in gioventù, dei progetti futuri». Il funerale verrà celebrato lunedì alle 15.30 nella chiesa di Valle San Giorgio. 

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