Accuse di razzismo di Paola Egonu, la rabbia del sindaco di Cittadella: «Falso, venga a fare un giro tra la gente»

Dopo l'intervista rilasciata dalla pallavolista il primo cittadino Pierobon ha replicato: «Paola, da campionessa, ha un ruolo importante e un'ampia visibilità, spiace continui a usarla per criticare facendo passare tutti i cittadini di qui come razzisti»

Domenica 5 Febbraio 2023 di Michelangelo Cecchetto
Cittadella, il sindaco Pierobon replica alle accuse di razzismo di Egonu

CITTADELLA - «Sono cresciuta in un contesto in cui lo standard di bellezza presupponeva l'essere bianca. E, sa, i ragazzini possono essere molto spiacevoli. Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo. A un certo punto mi sono rasata a zero. Peccato che poi venivo presa in giro perché non avevo i capelli. La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo». Parole della campionissima di pallavolo Paola Egonu, nata in provincia di Padova il 18 dicembre 1998, a Cittadella. Affermazioni riportate su un'intervista rilasciata Vanity Fair, rivista internazionale di costume, moda e stile, dove ritorna sul clima pesantissimo, razzista, che l'ha accompagnata negli anni di ragazzina. Già in altre occasioni la campionessa (che giovedì sarà copresentatrice sul palco del Festival di Sanremo) ha messo nero su bianco il disagio delle differenze che si è trovata a vivere. Questa volta però non sta più in silenzio il sindaco di Cittadella (amministrazione Lega), Luca Pierobon, che rispedisce le critiche al mittente.

Le accuse

«Capita che mia mamma chieda un caffè al bar e glielo servano freddo, che in banca lascino entrare la sua amica bianca ma non lei».
«I miei genitori ci hanno insegnato a non mettere le mani in borsa dentro a un negozio per evitare di essere accusati di furto. Ancora oggi, se ho il cellulare in tasca e devo mandare un messaggio, aspetto di uscire».
«So già che, se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all'infelicità?». Sono altri esempi portati da Egonu, 24 anni, residente fino ai 14 anni a Galliera Veneta assieme al padre Ambrose che prima di emigrare in Italia faceva il camionista a Lagos in Nigeria a mamma Eunice, infermiera, e ai fratelli Angela e Andrea.

Famiglia che da anni si è trasferita in Gran Bretagna. Paola dal 2014 è cittadina italiana.

Il sindaco: «Non c'è nessun problema quando tutti si comportano bene»

Il sindaco Luca Pierobon ha riservato all'atleta parole dure. «Paola Egonu è una grande campionessa e mi complimento con lei - spiega -. Non entro nel merito di quanto ha raccontato nell'intervista, non mi va però che per l'ennesima volta il nome di Cittadella (sede dell'ospedale dov'è nata e che appare come la cittadina dove sembra abitare) venga associata agli aspetti così negativi che descrive». Si sente di affermarlo anche per la cittadina confinante di Galliera Veneta (sempre a guida Lega), dove Egonu è seguita, apprezzata ed amata. «Cittadella, i luoghi contermini, il Veneto, non sono terre di razzisti. È ora di finirla - tuona Pierobon -. Qui si accolgono gli immigrati, eccome! Chi vuole integrarsi lo può fare. Invito Paola a Cittadella. Visitiamo assieme il camminamento di ronda, borghi e frazioni, andiamo a pranzo, giriamo tra la gente, nei negozi e vedrà, e non perché ora è conosciutissima, che non c'è nessun problema quando tutti si comportano bene. Non nego ci siano episodi e avvenimenti, compiuti da stupidi, a sfondo razzista che vanno assolutamente e pesantemente perseguiti. Da qui a fare di tutta un'erba un fascio però ce ne passa. Paola, da campionessa, ha un ruolo importante e un'ampia visibilità, spiace continui a usarla per criticare facendo passare tutti i cittadini di qui come razzisti. Attraverso lo sport è una ambasciatrice. Mi chiedo, allora, perché attualmente giochi con un contratto milionario in Turchia, dove non mi sembra che, a cominciare dai diritti delle donne, siano campioni di democrazia. Forse si mettono questi principi da parte quando si ha a che fare con tanti soldi?». 

Ultimo aggiornamento: 10:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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