Il Covid e la crisi economica fanno impennare il reddito di cittadinanza: +4.600 padovani in un anno

Mercoledì 23 Febbraio 2022 di Gabriele Pipia
Gli uffici Inps di Padova

PADOVA  - La pandemia sanitaria e la crisi economica. L’incubo del virus e il dramma del portafoglio vuoto. Negli ultimi due anni sono andati a braccetto e sempre più padovani si sono scoperti improvvisamente poveri, senza un lavoro e senza stipendio. Ora la conferma arriva anche dai dati dell’ufficio provinciale dell’Inps: dal 2019 ad oggi si è registrato un incremento costante dei cittadini che ricevono il reddito di cittadinanza
«Stare fermi ad aspettare un aiuto? Non è una misura che fa per noi, qui c’è gente che vuole rimboccarsi le maniche e lavorare». Era questo, prima della pandemia, il commento più diffuso alla misura introdotta dal governo Conte I. L’emergenza Covid ha però travolto e stravolto tutto. Il governo ha bloccato per oltre un anno i licenziamenti ma moltissimi contratti precari non sono stati rinnovati. E nel 2020 i contratti stagionali per attività alberghiere e ristorative sono precipitati. Ecco come si spiega l’aumento di padovani con redditi molto bassi. 

IL CONFRONTO 
Nel 2019 i cittadini residenti in provincia di Padova che avevano ricevuto il reddito di cittadinanza erano stati 13.241, ma nel 2020 il dato si è impennato fino a quota 17.860. Nel 2021 il numero è rimasto in linea: 17.780. Troviamo un aumento vertiginoso anche se prendiamo in esame i nuclei familiari: passiamo da 5.477 a 7.753 nuclei e infine a 8.162. Aumenta leggermente anche l’importo medio mensile del reddito di cittadinanza, che passa da 453 a 492 euro. 
Stessa tendenza per quanto riguarda le pensione di cittadinanza: si passa dai 1.473 padovani interessati prima della pandemia ai 1.700 di oggi. La somma ricevuta è sempre più alta: da 192 a 241 euro. 
Sommando reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza, passiamo in due anni da 14.714 a 19.480 persone coinvolte: cinquemila “poveri” in più. Un terzo dei nuclei vede la presenza di minori in famiglia e un nucleo su sette deve sostenere anche una persona disabile. 

IL COMMENTO
Massimo Formichella dirige l’ufficio provinciale dell’Inps di Padova e dalla sede di via Delù ha assistito al boom di domande in piena pandemia. «Appare evidente il trend di costante crescita che si collega ad una aumentata difficoltà dei nuclei familiari nel far fronte alle esigenze economiche della vita quotidiana - sottolinea - Questo significa un decisivo slittamento verso il basso dei valori reddituali dei nuclei familiari, che consente di richiedere e ottenere il reddito o la pensione di cittadinanza. Ricordiamo che questi sostegni integrano le fonti di reddito già disponibili. Non si rivolgono esclusivamente a chi non percepisce nulla ma anche a chi dispone già di fonti di reddito i cui valori però sono così bassi da richiedere l’intervento del supporto assistenziale».
LE REGOLE
Il reddito di cittadinanza (somma massima: 780 euro mensili) viene erogato ai nuclei familiari con un Isee inferiore ai 9.360 euro e un valore del patrimonio immobiliare non superiore ai 30 mila euro. 
Formichella entra poi negli aspetti tecnici. «Ci sono importanti novità relative all’obbligo di segnalazione della variazione della condizione occupazionale. Se viene avviata una attività di impresa o di lavoro autonomo, la comunicazione va fatta entro il giorno antecedente all’avvio e non più entro i 30 giorni successivi. Rimane invariato il termine di 30 giorni per le attività di lavoro dipendente. Ricordo inoltre che è obbligatorio segnalare la variazione per qualunque componente del nucleo familiare». 
 

Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 09:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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