Padre orco mette i 3 figli in ginocchio contro il muro e li frusta con la cintura

Martedì 29 Settembre 2020 di Marco Aldighieri
Maltrattamenti in famiglia botte ai figli e moglie
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PADOVA -  La casa degli orrori si trovava nel popoloso quartiere dell’Arcella. L’orco era il papà, un tunisino di 52 anni capace di frustare i suoi tre figli e costringere la moglie italiana di 44 anni sotto la minaccia di un coltello ad avere rapporti sessuali anche quando era in gravidanza. Un incubo durato 18 anni, dal 2000 al 2018, e finito solo grazie al coraggio della donna e di sua figlia di denunciare quanto stava accadendo tra le mura domestiche. Le indagini condotte dagli uomini della Squadra mobile, coordinati dal sostituto procuratore Roberto D’Angelo, hanno permesso di incriminare lo straniero per i reati di maltrattamenti in famiglia, lesioni private e violenza sessuale. Il processo, davanti ai giudici del Tribunale collegiale è già iniziato, e la scorsa settimana ha testimoniato in aula una delle figlie. I suoi racconti hanno scioccato la giuria. 

PADRE PADRONE
Il tunisino quando rientrava a casa di notte, spesso in preda ai fumi dell’alcol, svegliava i suoi tre figli, oggi di 18, 12 e 10 anni, per picchiarli. Li costringeva a inginocchiarsi con il volto rivolto al muro e le braccia alzate: poi iniziava l’inferno. Senza pietà li percuoteva con tutta la forza con la cintura dei pantaloni. Se la madre tentava di difenderli, il padre prendeva a frustate anche lei sotto gli occhi terrorizzati dei bambini. Una bestia feroce, capace di minacciare di bruciare la casa e di colpire al capo le sue creature con una sedia e con il suo telefono cellulare. In più di una occasione ha ferito la compagna e una figlia, costringendole a ricevere le cure dai medici del pronto soccorso. 

IL COLTELLO
In diciotto anni di puro terrore, più e più volte ha minacciato la moglie con un coltello. Una volta l’ha pugnalata alle ginocchia. Ma gli episodi più gravi si sono registrati quando, sempre armato di coltello, ha costretto la compagna ad avere con lui rapporti sessuali anche quando lei era incinta. Se la moglie opponeva resistenza, la colpiva ripetutamente con pugni e schiaffi. Lo stesso trattamento, una pioggia di pugni e di schiaffi, riservava ai tre figli quando cercavano di ribellarsi alle frustate con la cinghia dei pantaloni. Così sfogava la sua rabbia, del tutto sbronzo, senza mai fermarsi nemmeno di fronte alle urla di dolore e di paura dei suoi tre bambini.


 

Schiaffo alla bambina di 6 anni: baby sitter condannata. È abuso di mezzi di correzione

VICENZA - Baby sitter condannata per uno schiaffo dato alla bambina che accudiva, sentenza di primo grado confermata anche in appello.

L'accusa è di abuso di mezzi di correzione . Nel dettaglio, la baby sitter vicentina di 37 anni è stata portata in tribunale per aver dato tre sberle a una bambina di 6 anni, questo perché la bambina si era comportata male, come riporta il Giornale di Vicenza.




LE INDAGINI
Il tunisino non andava mai a lavorare e non portava soldi in famiglia. Anzi, costringeva la moglie ad allungargli tutto lo stipendio che lui spendeva nei bar della città per ubriacarsi. Una circostanza questa, raccontata da una figlia ai giudici in aula. E proprio lei, insieme alla madre, due anni fa hanno avuto il coraggio di denunciare quanto stava accadendo da 18 anni in casa. Esasperate, hanno deciso di dire tutto. La mamma con i tre figli è stata subito allontana dall’abitazione e tutti e quattro sono stati ospitati in una struttura protetta messa a disposizione dai Servizi sociali. Quindi sono scattate le indagini da parte dei poliziotti della Squadra mobile, che hanno ricostruito nei dettagli quanto avveniva in quelle mura domestiche, di un anonimo alloggio dell’Arcella, da ben diciotto anni. Intanto il padre padrone è stato raggiunto da provvedimento restrittivo di allontanamento da casa e dai luoghi frequentati dalla moglie e dai figli. La prossima udienza è stata fissata per il 12 di novembre. Anche in quell’occasione sarà chiamato a testimoniare un altro figlio del tunisino. Più piccolo d’età della sorella, ma anche lui frustato con la cinghia dei pantaloni, con le braccia alzate e inginocchiato con il viso di fronte al muro. A volte lui, il papà, per provocare ancora più dolore alle sue creature li percuoteva, sempre con la cinghia dei pantaloni, sulle mani lasciando sulla loro carne dei profondi lividi. 
Ultimo aggiornamento: 30 Settembre, 14:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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