Spaccate, boom in estate: un colpo ogni 2 giorni, l'allarme dei negozianti

Lunedì 1 Ottobre 2018 di Nicola Munaro
Ventinove spaccate in due mesi
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PADOVA Ventinove, tra bar e negozi, in soli due mesi. Centotrentacinque dall’inizio dell’anno. Eccolo servito il conto degli esercizi commerciali di Padova colpiti da spaccate e furti diventati ormai un triste ritornello quotidiano nei racconti di piazza e di cronaca. Un elenco che si aggiorna senza soluzione di continuità e che ha spinto il comune e le forze dell’ordine a riunirsi attorno ad un tavolo e studiare le contromosse, tra più agenti in piazza e maggiori fondi a disposizione degli esercenti per dotarsi di sistemi di sicurezza all’avanguardia.
 
Anche perché, qui, il numero sale vertiginosamente. Soprattutto se confrontato con il dato registrato nei primi sei mesi del 2018, quando anche per quest’anno il trend sembrava essere quello inaugurato nel 2015 con un calo (lento, ma costante e sensibile) proprio di furti, spaccate e rapine nei negozi di Padova e della provincia. Secondo l’indagine dell’osservatorio di Confesercenti, infatti, tra i primi sei mesi del 2017 e quelli del 2018 c’erano stati ben 50 casi in meno (il 12%) e tra il 2018 ed il 2016 il numero di reati in meno era salito fino a 58, con una diminuzione del 13,6%. In totale, e su scala provinciale, le rapine, i furti e le spaccate a danni di bar e negozi, nella prima parte del 2018, erano stati 367. Con il numero pronto a scendere fino a quota 106 se considerata la sola città di Padova. Un risultato che, nonostante il “meno 23” sul dato del 2014, non aveva fatto dormire sonni tranquilli all’intera categoria. “Diminuiscono i fatti di cronaca, ma aumenta la sensazione generale di insicurezza”, andava ripetendo in piena estate Nicola Rossi, presidente di Confesercenti. Sensazione che ha trovato riscontro nei fatti di questi ultimi due mesi, quando nel mirino dei razziatori della notte sono finiti anche locali di grido come l’Hashtag 222 Baessato e di prestigio storico e culturale, come il caffè Pedrocchi, da sempre simbolo di Padova. Quel colpo al cuore al caffè della città del Santo è stato il preludio ad un mese di settembre da incubo, con quasi una spaccata a notte. Vittime privilegiate di gesti singoli o di azioni di bande sono stati soprattutto i bar e i ristoranti di Padova, più di trenta, colpiti nel 29,2 per cento dei casi. Se si estende il raggio alla provincia invece, sono quasi cento i bar e i ristoranti colpiti da inizio 2018. Secondi, ma più staccati (il 17 per cento) sono i super e gli ipermercati. Al terzo posto quelle che vengono definite “attività di servizi alla persona”, ovvero pizzerie per asporto, centri estetici e agenzie d'affari, presi di mira nell’11,3 per cento dei casi. Poi via via tutto il resto: negozi generici (10,4%), pompe di benzina (7,5%), negozi di moda, tabaccherie ed edicole (tutte al 5,7 per cento), agenzie turistiche (6,6 per cento), centri commerciali (2,8per cento) per chiudere con farmacie e negozi di generi alimentari (1,9%). “Abbiamo perso il conto delle spaccate contro bar e ristoranti nell'ultimo mese nel centro di Padova. È necessario dare un segnale forte subito per la città e per la tranquillità di tutti. Sicuramente Padova non è una città in preda dei delinquenti a ma questi crimini fanno crescere la sensazione di insicurezza a cui bisogna rispondere con provvedimenti visibili”, ha aggiunto Rossi. Che però non intende fermarsi ai duecentomila euro messi sul piatto da Palazzo Moroni per aiutare gli esercenti a dotarsi di sistemi di sicurezza. Tre le proposte: il potenziamento della presenza delle forze dell’ordine durante il giorno e la notte, anche con l'aiuto dell'esercito e della polizia municipale; una serie di accordi con gli istituti di vigilanza privati per un più attento presidio del territorio e creare un collegamento tra tutti gli impianti di allarme dei privati con le forze dell’ordine. “Serve qualcosa che vada oltre alla sicurezza tecnologica, serve un deterrente visibile – ha proposto il numero uno di Confesercenti – Questi interventi daranno da subito un segnale forte ai commercianti ai residenti ed anche agli sbandati. Ma dopo un segnale immediato e tangibile occorre dare vita ad un progetto complessivo di distretti della sicurezza con sistemi di video sorveglianza ben posizionati è direttamente collegati, impianti di allarme, illuminazione pubblica e privata. Sarebbe un grande errore – ha concluso - sottovalutare la situazione soprattutto per la sensazione di insicurezza che si è venuta a creare negli ultimi tempi, già prima di quest’estate. A questo purtroppo non si risponde nell’immediato con contributi che incentivino l’acquisto di sistemi di allarme. Questi interventi vanno bene nel breve, per il resto serve fare di più”.
Nicola Munaro
Ultimo aggiornamento: 14:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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