Sicurezza, città e provincia
controllate da 1300 telecamere

Lunedì 16 Luglio 2018
Sicurezza, città e provincia controllate da 1300 telecamere
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PADOVA - Costano mediamente 3.500 euro e la loro tecnologia migliora anno dopo anno, come accade per computer e cellulari. Controllano i parchi e i parcheggi, le piazze e gli incroci. Spesso giocano un ruolo importante per le indagini dopo furti e rapine,  ma sono fondamentali anche per ricostruire la dinamica di molti incidenti. Le telecamere di videosorveglianza si stanno diffondendo sempre più in tutta la provincia. Dall’Alta Padovana alla Bassa, passando per la cintura urbana e i Colli Euganei, quasi ogni amministrazione lavora per potenziare la propria rete. Merito di appositi finanziamenti regionali e statali, come quelli garantiti dal “Patto della Sicurezza” appena firmato dal prefetto assieme ai sindaci di Abano, Agna, Montegrotto, Noventa, San Martino di Lupari, Vigonza, Villafranca, Albignasego, Casalserugo e Maserà. In tutta la provincia, capoluogo compreso, gli occhi elettronici sono circa 800. Entro la fine dell’anno sarà superata quota 1.300. 
LA CITTÁ E LA CINTURA 
Oggi a Padova le telecamere sono 201: Palazzo Moroni intende installarne ulteriori 477 nei prossimi dodici mesi. Troviamo dispositivi simili, però, in tutte le altre zone della provincia. Partiamo da Albignasego, uno dei primi Comuni ad avviare nel 2008 un accurato piano di videosorveglianza. Qui ci sono 40 telecamere sparse in tutto il territorio. Selvazzano è partito un anno dopo e ora ne conta ben 43. A Rubano sono 8, a Mestrino 13, a Limena 10. In questi quattro Comuni alcune di queste telecamere sono utilizzate anche per la lettura automatica delle targhe. A Campodoro le telecamere sono 2, a Villafranca 4. Saccolongo, Cervarese, Rovolon e Veggiano attendono 5 telecamere ciascuno. A Vigonza gli strumenti sono 16, a Vigodarzere 12, a Cadoneghe addirittura 31. A Noventa, dove le telecamere sono 40, due anni fa le immagini di alcuni dispositivi hanno permesso di ricostruire le fasi che hanno portato all’omicidio della segretaria di Albignasego, Isabella Noventa. I comuni di Saonara e Ponte San Nicolò si stanno attrezzando sulla stessa linea. 
L’ALTA PADOVANA
Partiamo da Cittadella. Qui il sistema di videosorveglianza è composto da 54 
telecamere che controllano diversi tipi di luoghi, dalle scuole allo stadio Tombolato. Alcuni anni fa grazie alle riprese è stato possibile sgominare un gruppo di persone specializzate nella manomissione dei bancomat. A Carmignano sono 28, a Campo San Martino sono 4, a Tombolo 13. Sono 22 i dispositivi di Galliera, mentre sono 3 quelle a Piazzola sul Brenta: tutte hanno una moderna visuale a 360 gradi. A Fontaniva troviamo 10 telecamere, a Curtarolo ne troviamo una. 
Nel Camposampierese le postazioni di videosorveglianza  sono così dislocate: 8 a Camposampiero, 7 a Loreggia, 6 a Borgoricco, 4 ciascuna a San Giorgio, Santa Giustina, Villa del Conte, Villanova e Campodarsego, 2 a testa a Piombino, Massanzago e Trebaseleghe. Il grande problema, però, è che da anni non sono in funzione. L’avvento della fibra avrebbe dovuto facilitare i collegamenti con il comando della Polizia locale: il tema emerge puntuale quasi in ogni Consiglio ma non è mai stato risolto una volta per tutte. 
LE TERME E LA BASSA
Oggi ad Abano le zone controllate sono 20 e le telecamere in azione sono 26, a cui si aggiungono 8 varchi per il controllo delle targhe. L’amministrazione ha già annunciato l’arrivo di 8 nuovi dispositivi. A Montegrotto le telecamere sono 2 (utilizzate soprattutto per constratare il fenomeno dell’abbandono dei rifiuti), a Teolo invece sono 3. 
A Monselice, il territorio più sorvegliato della provincia con questa tecnologia, le telecamere sono ben 70: sono tutte gestite dal Comune ma alcune sono state acquistate dai privati. Ad Arquà Petrarca sono 6, a Este il sistema di videosorveglianza conta ne conta 22 di cui 6 istallate negli ultimi mesi. Una schiera di “sentinelle elettroniche” a cui si aggiungono 6 lettori di targhe che permettono di capire se i veicoli in transito sono in regola con l’assicurazione e se si tratta di mezzi rubati. Montagnana dispone di 8 telecamere installate all’interno delle mura. Della prossima implementazione beneficeranno gli otto i comuni che condividono il servizio di polizia locale intercomunale, ovvero: Montagnana, Casale, Urbana, Merlara, Castelbaldo, Masi, Bevilacqua e Carceri. Le 14 nuove telecamere, operative da gennaio del 2019, daranno vita a un sistema di sorveglianza capillare gestito dalla polizia locale e di cui potranno avvalersi anche le altre forze dell’ordine. 
A Piove di Sacco dal 2017 opera un moderno impianto di videosorveglianza con 48 dispositivi accesi giorno e notte. A Conselve, infine, le telecamere un funzione sono 27. Il numero è molto alto ma sempre fluido, perché aumenta mese dopo mese. Il prefetto Franceschelli lo scorso gennaio ha dettato la linea: «Ben vengano questi investimenti, ma bisogna scegliere bene i luoghi-chiave: installarle in un luogo solo perché lì c’è appena stato un furto è un errore strategico». 
Gabriele Pipia
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