Scuolabus capovolto, l'autista non fuggì: indagati anche i titolari della ditta

Venerdì 5 Luglio 2019 di Marco Aldighieri
Lo scuolabus rovesciato
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ARQUÀ PETRARCA - Quel 17 maggio l’autista dello scuolabus ribaltato ad Arquà Petrarca non è scappato. Anzi, si è fermato a prestare i primi soccorsi aiutando i tredici bambini a uscire dal mezzo e prendendo anche i loro zaini. E così il pubblico ministero Roberto Piccione, titolare delle indagini, ha chiesto e ottenuto di annullare la misura restrittiva (obbligo di firma) contro il romeno di 51 anni Deniss Pandaru residente a Rovigo. Lo straniero rimane comunque indagato per il reato di fuga da incidente e abbandono di persone incapace. E rimane iscritto nel registro degli indagati, in concorso con i titolari della Seaf di Este (gestore degli scuolabus) Rodolfo Pasqualotto ed Egisto Azzolin, per lesioni. Intanto la pubblica accusa ha nominato un consulente di parte, l’ingegnere Fais, per accertare se il pullman era stato sottoposto alla corretta manutenzione.
 
L’INCIDENTE
All’ora di pranzo del 17 maggio affrontando i tornanti di via Aganoor ad Arquà Petrarca lo scuolabus, con a bordo tredici bambini dai sei ai 12 anni, si è ribaltato su un fianco. Sul posto sono intervenuti i carabinieri e le ambulanze del Suem 118. Sette studenti sono stati trasportati al pronto soccorso dell’ospedale Madre Teresa di Calcutta di Monselice, mentre altri quattro sono stati accompagnati per un controllo dai loro genitori. I ragazzini hanno riportato ferite guaribili in pochi giorni, ma lo spavento è stato importante. Il pullman solo per pura fortuna ha terminato quasi subito la sua corsa, evitando una strage. Tre ore più tardi, erano le 15.30, i carabinieri nel comune di Este hanno arrestato l’autista romeno Pandaru con l’accusa di essere scappato e di avere guidato lo scuolabus in stato di ebrezza. Il Gip di Rovigo, la Procura competente per territorio, ha convalidato l’arresto e ha inflitto al 51enne la misura restrittiva dell’obbligo di firma.
LE INDAGINI
Il fascicolo è poi passato alla Procura di Padova perchè l’incidente è avvenuto nel comune di Arquà Petrarca, e il magistrato titolare delle indagini ha chiesto e ottenuto per Pandaru l’annullamento della misura restrittiva. Motivo, lo straniero ha aiutato i bambini a uscire dallo scuolabus e ha preso anche i loro zaini rimesti nel mezzo ribaltato. Poi, quando sul luogo dell’incidente sono arrivate altre persone, se ne è andato. Inoltre, ancora per la pubblica accusa, non è possibile dimostrare se Pandaru stesse guidando il pullman sotto l’effetto dell’alcol perchè il test è stato effettuato oltre due ore più tardi dall’uscita di strada dello scuolabus. Tuttavia il romeno residente a Rovigo rimane indagato per lesioni, fuga da incidente e abbandono di persone incapace.
I TITOLARI
Nel registro degli indagati sono finiti anche i titolari della Seaf di Este, la ditta che gestisce gli scuolabus. Sono Rodolfo Pasqualotto ed Egisto Azzolin accusati anche loro di lesioni in concorso. La Procura ha nominato un consulente tecnico di parte, per appurare se il mezzo condotto da Pandaru (lavorava per la Seaf da quaranta giorni) fosse stato sottoposto a una corretta manutenzione. Lo stesso autista romeno agli inquirenti ha raccontato che il pullman aveva una serie di problemi di tipo meccanico. L’ingegnere addetto all’analisi del mezzo incidentato e posto sotto sequestro, dovrà presentare una relazione al sostituto procuratore entro i primi giorni di settembre. Una settimana dopo l’incidente dello scuolabus, la Seaf ha rinunciato all’incarico del servizio di trasporto scolastico che serviva i comuni di Arquà Petrarca, Baone e Cinto Euganeo.
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 13:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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