Richiedenti asilo, bocciate mille domande su 1.850

Martedì 15 Gennaio 2019 di Mauro Giacon
Richiedenti asilo
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PADOVA - Cinque anni di sbarchi e quattro anni di esami da parte della Commissione prefettizia per stabilire chi dei richiedenti asilo abbia diritto allo status di rifugiato. Ebbene sono stati oltre 9mila gli immigrati ascoltati e i risultati confermano il trend nazionale: rigettato il 54 per cento delle richieste, ma da ottobre 2018 con il decreto Salvini i dinieghi sono saliti al 76 per cento. Sono dati fondamentali per capire l’evoluzione del fenomeno. Perché non ci sono più arrivi ma bisogna gestire il presente. Che è fatto di 1.850 richiedenti ancora nei Centri di accoglienza straordinaria, i Cas, ricavati dalle cooperative che hanno vinto il bando per l’accoglienza diffusa, in vecchi alberghi, case private, sedi di associazioni e parrocchie. A Padova sono 950.
 
La prima circostanza che salta agli occhi è che il 60 per cento di questi, ovvero mille, sono persone che hanno fatto già la domanda di asilo ma è stata rifiutata dalla Commissione per mancanza di requisiti. Però siccome hanno fatto ricorso, hanno diritto a rimanere fino alle conclusione dell’iter. Prima del decreto Minniti del 2017 si andava fino a tre gradi di giudizio. Oggi sono due, tribunale e Cassazione. Ma ci sono degli immigrati che dal 2014 sono ancora qui, in attesa di sapere come andrà a finire. Il 40 per cento, 850 persone, devono essere convocate. La novità fondamentale del decreto sicurezza è che non potranno più avere la protezione umanitaria. Cioè due anni di permesso di soggiorno temporaneo.
LA NOVITÁ
L’umanitaria è sostituita però da permessi speciali per chi ha una particolare “vulnerabilità”: vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamità nel paese d’origine, cure mediche, atti di particolare valore civile. Sono permessi rilasciati dalla Questura con il parere della Commissione e durano sei mesi rinnovabili per altri sei. Non c’è ancora sufficiente letteratura per capire quanti saranno “salvati”, probabilmente solo il 10 per cento. Che per Padova e provincia rappresenta 180 persone. Dunque possiamo supporre che se su 1850, 900 perderanno i requisti e saranno rimpatriati o spariranno, i motivi umanitari saranno assegnati a 380, e saranno 200 quelli a rischio.
I FANTASMI
E quelli che l’hanno avuta dal 2015? Parliamo di 1.800 persone. Intanto dura due anni che sono stati rinnovati automaticamente per altri due, dunque fino al 2019. Stesso procedimento per tutti coloro che l’hanno avuta prima del 5 ottobre 2018, si va fino al 2020. Quindi non ci saranno migliaia di fantasmi nelle strade.
Ma progressivamente però questo accadrà. Perchè fino ad oggi pure i richiedenti che avevano ottenuto la protezione umanitaria entravano nel programma Sprar cioè nella seconda fase dell’accoglienza, quella dove si fa integrazione (leggi lavoro) ma che la nuova legge riserva esclusivamente ai titolari di protezione internazionale cioè ai “veri” profughi, quelli con lo status, e ai minori non accompagnati. Quindi solo il 4 per cento dei 9mila esaminati, 360 persone, potrà continuare. Gli altri, perdendo la protezione umanitaria, non potranno più avere il permesso di soggiorno e dunque la carta d’identità, la residenza, i servizi sanitari e chiedere un lavoro. A meno che non ce l’abbiano già. In quel caso possono convertire la protezione in permesso per lavoro, presentando la busta paga e una dichiarazione di ospitalità da parte di una terza persona. Quanti ci riusciranno?
IL COMUNE
La domanda finale è quanti resteranno qui da irregolari con il rischio di farsi portare di nuovo a casa e quanti invece spariranno. Nessuno lo può dire. Ma è su questo che si è focalizzata l’attenzione del sindaco Giordani quando ha parlato di potenziali 1300 “fantasmi”. «Sono 950 le persone che hanno l’iscrizione anagrafica nei Cas di Padova - dice l’assessore Benciolini - cioè sono persone che hanno fatto la domanda per avere lo status. Facendo la percentuale su quanti fino ad ora negli anni hanno ottenuto la protezione umanitaria e la perderanno e di quanti di questi non l’avranno più, otteniamo il numero».
Mauro Giacon
Ultimo aggiornamento: 08:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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