Così nasce a Padova il polo dei congressi più grande del Veneto

Domenica 7 Luglio 2019
Così nasce a Padova il polo dei congresis più grande del Veneto
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PADOVA - Sarà il più grande polo convegnistico del Veneto, capace di 3.500 posti. Ma anche un vero e proprio motore dell'economia con un indotto su alberghi e negozi per almeno 30 milioni di euro l'anno. Il nuovo centro congressi di Padova è in costruzione nella zona della fiera. In una posizione strategica che servirà per venderlo meglio sui mercati internazionali quando sarà finito. A dieci minuti dagli Scrovegni e dal centro, a poche decine di metri dalla stazione dove qualche convegnista renitente potrà infilarsi per vedere Venezia, ha già vinto rispetto alle torri nel deserto delle zone industriali. Un'iniziativa completamente in mano a Camera di Commercio, Comune e Provincia che stanno investendo 22 milioni di euro, dopo aver capitalizzato Fiera Immobiliare, la cassaforte, fino a 65 milioni.

IL QUARTIERE
È la prima grande opera dopo 30 anni e dimostra la vocazione che intende prendere Padova, sempre più orientata a città della conoscenza. Il centro congressi nascerà nel cuore dei dipartimenti scientifici dell'Università che infatti costruirà nel quartiere fieristico un hub dell'innovazione, e a poche centinaia di metri dal nuovo ospedale da 650 milioni di euro, pensato dalla Regione come il faro dell'eccellenza medica regionale con cui dialogherà a colpi di luminari. Lo abbiamo visto dal di dentro per la prima volta a un anno dall'apertura dei cantieri e la sua imponenza è impressionante: 130 metri di lunghezza e 25 di altezza, come un palazzo di sette piani. Basti pensare che nella sala Giotto, capace di 1600 posti, il più lontano dei convegnisti starà seduto a 16 metri d'altezza, guardando il suo relatore a 47 metri di distanza.

IL PROGETTO
Il progetto è dell'archistar giapponese Kengo Kuma che non ha risparmiato le citazioni. Ora siamo al grezzo ma tutt'intorno al perimetro saranno piazzate delle paraste, giganteschi tronchi sagomati, alti 20 metri che simuleranno i portici del centro cittadino. E in omaggio all'ossessiva ricerca dello spazio nella sala Giotto da 1600 posti, vi sarà un'intera tribuna da 330 posti capace di ripiegarsi su se stessa e sparire addossata al muro. Sia questa che l'altra sala grande, la Mantegna, capace di 1100 posti, potranno trasformare la capienza con un sistema di pareti scorrevoli di cui si vedono già i tralicci in acciaio. Mantegna e Giotto si svilupperanno nei piani superiori a sinistra e a destra della galleria centrale. Invece a piano terra saranno allestite 5 sale da 150 posti, scomponibili in 10 da 75 posti, adatte anche come aule universitarie. La galleria centrale riceverà luce direttamente da un immenso lucernario posato su travi di legno. E l'impressione, entrando, sarà amplificata dal fatto che per accedere si dovrà salire una gradinata al culmine della quale si troverà un podio con incastonato un portale intarsiato, opera dell'architetto Strazzabosco, salvato dal vecchio palazzo delle Nazioni, demolito. Ma ci sarà anche una doppia cornice, stavolta alta 20 metri e lunga 50, di acciaio rivestito di lamiera stirata. Completano il quadro un bistrot e all'ultimo piano con vista sulla città un ristorante per il catering da 250 posti.

MATTARELLA
L'opera - dicono alla Intercantieri Vittadello che con il Consorzio Pedron si è aggiudicata l'appalto - sarà pronta fra un anno, in questo periodo.
Dopo il via della Commissione pubblico spettacolo toccherà ai soci pubblici far funzionare al macchina, probabilmente da ottobre del 2020. In tempo per celebrare, con Mattarella, Padova capitale europea del volontariato. Mauro Giacon
Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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