Piazzale Boschetti, a rischio il progetto di recupero

Lunedì 30 Settembre 2019 di Mauro Giacon
Il progetto di recupero del Boschetti
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PADOVA Premessa. Qui le virgolette non si possono aprire. Perchè ufficialmente nessuno parla per timore di far saltare il progetto. Ma intanto le cose succedono e malgrado l’assicurazione del Comune che le palazzine ex Boschetti diventeranno appartamenti di lusso, nel quadro di un’operazione urbanistica mai tentata, cioè spostare la cubatura che era destinata accanto al parco Iris, l’operazione è di fatto bloccata. Ovvero: l’amministrazione e i privati hanno raggiunto l’accordo economico, però manca un dettaglio: l’approvazione del progetto da parte della Sovrintendenza. Si dirà: l’ente non è mai stato un fulmine di guerra e poi cambiare tre Sovrintendenti in un anno è la cosa peggiore che può capitare. Ma nella riunione di qualche giorno fa, tra i tecnici di palazzo Moroni e quelli della società Parco Iris, è salita la tensione. 
 
LA TENSIONE
I privati, impazienti di chiudere l’affare se la sono presi con la Sovrintendenza che a loro dire rallenterebbe l’iter. É in gioco la realizzazione di 22 appartamenti, 8 su ciascun piano con una estensione fino a 160 metri quadrati. A piano terra andrebbero 800 metri quadri di negozi, all’ultimo piano di uno dei due edifici una mega terrazza con ristorante per cene esclusive. Da parte sua il Comune che sta per cominciare i lavori per la realizzazione del parco Tito Livio al posto del parcheggio, si ritroverebbe con una “quinta” indecorosa. Non proprio l’ideale per il giardino, le vele, la gradinata che porta al palco sopraelevato, il ponte di barche verso la cappella di Giotto che ha immaginato. E come danno collaterale non si potrebbe procedere all’allargamento del parco Iris, a lungo cullato dall’assessore Lorenzoni, sul terreno reso disponibile dai privati.
LE TRATTATIVE
Finora sono state la parte burocratica e tecnica quelle che hanno richiesto i maggiori sforzi da quando, nell’ottobre 2018, i privati hanno manifestato il loro interesse. Stiamo parlando di una società in mano al 90 per cento all’ingegner Franco Ferraro e di cui altri 3 proprietari detengono il 10 per cento. Il problema per un privato è sempre quello di veder fuggire gli investitori per la tempistica. Vero è però che il progetto complessivo è stato inviato alla Sovrintendenza solo il 15 luglio scorso e a chi, come noi, ha domandato i tempi di risposta, è stato riferito che si andrà “a termini di legge” ovvero 120 giorni, insomma il 15 novembre. Salvo precisare che la faccenda si dovrebbe chiudere molto prima. Anche qui bisogna spiegare. Trattare con la Sovrintendenza è come trattare con il ministero. Prima si fanno almeno sei riunioni con i loro responsabili, poi si fa un sopralluogo insieme e infine si riceve l’invito informale a presentare il progetto, che tradotto significa: va bene così.
I TEMPI
A questo punto di certo c’è solo che privati e Comune hanno raggiunto l’accordsul valore del concambio. L’amministrazione aveva valutato le palazzine oltre 4 milioni, e i privati dovranno farsi carico della ristrutturazione. Se il via arrivasse entro ottobre il piano dovrebbe essere approvato dal consiglio comunale, ottenere le varianti e infine bisognerebbe redarre l’atto di permuta. Non si parla di cantieri prima dell’estate dell’anno prossimo. L’assessore Colasio si sta impegnando strenuamente nella partita con la Sovrintendenza con cui ha sempre intessuto un dialogo attivo. Nei prossimi giorni incontrerà il Sovrintendente Vincenzo Tiné, potrebbe essere la svolta decisiva.
Mauro Giacon
Ultimo aggiornamento: 08:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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