Giordani: «Il primo obiettivo del 2019? Abbattere via Anelli»

Sabato 22 Dicembre 2018 di Mauro Giacon
Il sindaco Giordani con tutti gli assessori
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PADOVA - «Cos’hai scritto? Hai scritto bene? Dammi qui che scrivo io». Il sindaco Giordani dietro quell’aspetto sornione da presidente della squadra di calcio di palazzo Moroni, nasconde invece l’occhio di falco dell’imprenditore che tutto sa e tutto controlla. Una prova? «Stamattina ho girato per le piazze, sono andato al Duomo, ho fatto gli auguri alla gente. Va tutto bene, tutti sono felici, abbiamo riportato tranquillità. E con gli assessori siamo andati a cena tutti insieme, se ne perdo uno solo sono morto». Ecco, conversare con Giordani nel suo ufficio significa fare i rabdomanti delle verità nascoste fra le pieghe di una battuta.
 
LA RICONFERMA
Accade così, all’improvviso, di sentirlo ragionare ad alta voce sulla sua ricandidatura a sindaco. «Non dico più che non lo rifaccio, ma cosa farò ve lo dirò fra due Natali, dipende da cosa sarò riuscito a costruire». Fatto il conto, fra due panettoni siamo nel 2020. Le elezioni si terranno a primavera 2022, chi vuole partire con la campagna lo deve fare da gennaio del 2021. Capito il sindaco? Ha sempre detto che lui il secondo mandato no, che gli bastava mettersi a servizio una volta sola della sua città. Ma oltre al messaggio subliminale ai suoi, come a dire “prima di farne un altro dovete togliermi di mezzo” ne ha codificato un secondo. «Ho un sogno: pensare che cosa sarà Padova fra 15 anni. Io devo impostare il lavoro con il consiglio comunale e poi bisogna portarlo avanti. Ma non posso pensare che ad ogni cambio di sindaco cambino le linee strategiche. Per esempio, ora stiamo rammendando ma non possiamo non avere una direttrice, indipendente dal colore politico. Urbanisti, architetti politici, dobbiamo disegnare la Padova del futuro, maggioranza e minoranza insieme». Insomma è in gioco qualcosa di più alto, l’idea di sviluppo della città.
LO SMOG
Ma torniamo al pratico, intanto c’è il blocco delle auto, per fortuna scongiurato oggi, domani e nei giorni di Natale e Santo Stefano. «È un periodo particolare e non credo che tre o quattro giorni di chiusura avrebbero salvato la città, ci vogliono provvedimenti strutturali. Ma anche i blocchi bisogna farli in modo serio. Parlerò con Zaia: si può sapere se sono obbligato o no? E se lo sono anche tutti gli altri sindaci? E poi la Regione deve mettere anche soldi per incentivi: 500 mila euro? Ecco, sì questo direi all’assessore Bottacin, di andare a ripetizione di pragmatismo da Zaia. Perché cosa devo rispondere all’anziana che va a fare la chemio in ospedale con l’auto vecchia?».
PARK PRANDINA
Seconda parte. Ragionamento sulle cose fatte ed elenco di quelle da fare. «Dunque l’ospedale a Padova est l’ho fatto, la Prandina l’ho fatta... A proposito di questa. Non sono ostaggio né di categorie politiche né dei commercianti sia chiaro. Chiuderà il 6 gennaio poi avvieremo una partecipazione condivisa sul suo futuro tramite Agenda 21. E l riapriremo» Come parcheggio? «Sì ci vedrei 400,500,700 posti... maddai! La verità è che dovremo fare un grande lavoro di sistemazione, valutare cosa fare degli edifici interni, coordinarci con il supporto del Comitato Mura. Un parcheggio? Ci sarà, ma non solo quello. Lo sapete che l’obiettivo è riqualificare corso Milano e liberare Piazza Insurrezione dalle auto». 
VIA ANELLI
Il futuro dei 32mila metri quadrati della Prandina è strettamente legato a quello delle palazzine di via Anelli, la cui area sarà ceduta al demanio che ci farà la nuova Questura e in cambio darà al Comune quella in centro. Ma prima bisogna acquisire l’intera proprietà e poi abbattere gli edifici. «Ho deciso che bisogna fare presto. Entro dicembre acquisiremo la proprietà degli alloggi». 
GLI ESPROPRI
Ma c’è un problema, gli irriducibili. Ovvero il Comune in questi anni ha proposto ai proprietari la vendita a 27mila euro più 3 per il garage secondo una stima dell’Agenzia del demanio. Su 279 appartamenti gliene mancano 90, 54 di privati e 36 dell’Ater. «Venerdì 28 in Giunta approveremo il progetto di abbattimento, dichiarando la pubblica utilità. E da quel momento diventeremo proprietari. Come? Iniziando le procedure di esproprio». Anche degli alloggi Ater che ha sempre detto che il prezzo è troppo basso? «Sì, ma non è un gesto di inimicizia, o stiamo fermi o andiamo avanti. Lo sanno già». E l’abbattimento? «Io penso in primavera, ci sono due cabine elettriche dentro che dobbiamo rifare per non lasciare al buio il quartiere». E qui soccorre il segretario generale Zampieri: «Il 28 approviamo il progetto per la dichiarazione di pubblica utilità e l’avvio degli espropri che abbiamo già comunicato 30 giorni prima a tutti. Quindi blocchiamo le somme a disposizione e la procedura espropriativa entra a regime. Il passo successivo è di offrire agli espropriandi la somma prevista dall’Agenzia del demanio. Una volta depositati i soldi alla tesoreria dello Stato a favore del proprietario, o accetta oppure seguirà il decreto di esproprio, a febbraio-marzo». «Intanto continuano i rogiti - ne abbiamo fatti 10 anche ieri - continua l’assessore Micalizzi - e partire con al procedura dell’esproprio non esclude, anzi, prevede il concordato. È una procedura che salvaguarda l’intera operazione. Se qualche proprietario o perché litigano gli eredi, o altro, non chiude, ci può bloccare tutto».
Alla fine, consegnata l’area “nuda” al demanio, il Comune avrà le chiavi della Prandina che entro la prossima estate riaprirà dopo l’atto di permuta. Mentre la nuova Questura nascerà nel giro di sei anni. 
NUOVO OSPEDALE
«Zaia sta dandosi da fare in maniera formidabile. Ha detto che l’ultimo problema sono i soldi: è vero, da quanto leggo. Intanto Flor ha detto che a febbraio abbatte Pneumologia e così parte la nuova Pediatria. Tre anni per fare il progetto per Padova est? Lo so è lungo».
LA FIERA
Il prossimo anno festeggerà i cento anni di vita. «In gioco c’è il centro congressi, il palazzo con le nuove aule di ingegneria che saranno pagate dall’Università, il nuovo competence center. Tranquilli, non la vendiamo anzi sarà una fiera innovativa. Stiamo cercando un manager proveniente dal mondo delle fiere, cioè un capo, perché una struttura c’è già. Nel contempo, in maniera parallela, abbiamo fatto manifestazione d’interesse per la gestione a cui hanno risposto cinque soggetti. Saranno loro o altri? Non lo so, stiamo parlando. Sinergie vuol dire fare manifestazioni comuni, non farsi la guerra. E magari ci fosse un unico sistema veneto delle fiere con proprietari gli enti pubblici». Intanto Geo vuole 4 milioni per la buonuscita. «Abbiamo detto che siamo disponibili a ragionare su quello che è stato speso per investimenti ma dopo le valutazioni di un collegio arbitrale».
LO STADIO
Cosa succederà a giugno fra la squadra del Padova e il piano Bonetto? «Sono sicuro che il Padova si salva, per il resto il progetto è bellissimo si riqualifica tutta la zona, padovanello, la clinica, un albergo, faccio il tifo e lui ha detto che è ottimista...».
LA SICUREZZA
A questo punto la conferenza si interrompe. Nel senso che irrompono gli assessori che erano in attesa del brindisi. L’atmosfera si riscalda... Sicurezza non è solo telecamere, anche rigenerazione urbana. Eppure abbiamo ancora dei buchi neri in centro, come il Pp1. «Auspico che la società privata dei costruttori vada “in bonis”, sono fallite cinque aziende su sei, ma c’è un gruppo intenzionato a investire. Anche Ifip è un buco nero, ma tutti vogliono fare studentati. Però io non voglio un’altra via Anelli».
IL TRAM
A un anno dalla concessione dei finanziamenti dov’è la seconda linea? «È tutto sotto controllo, entro pochi giorni firmeremo la convenzione per la nuova linea».
Mauro Giacon 
Ultimo aggiornamento: 08:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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