I padovani non rinunciano a comprare casa e preferiscono quelle usate

Il 65% dei padovani preferisce acquistare abitazioni anche vecchie, mentre solamente il 35% decide di pagare un affitto

Venerdì 8 Luglio 2022 di Roberta Merlin
I padovani non rinunciano a comprare casa

PADOVA - Con la guerra e la crisi energetica, anche se i padovani stanno più attenti a farsi un mutuo per comprare casa, non rinunciano comunque ad investire nel mattone. È quanto emerge dal 2° Osservatorio sul Mercato Immobiliare 2022 di Nomisma, che ha analizzato l’andamento delle vendite per case e locali commerciali nella maggiori città italiane. Dopo il boom di compravendite registrate a Padova nel 2021, ossia un 30% in più rispetto all’anno precedente, conseguenza della necessità di molti padovani di vivere in abitazioni più confortevoli dove lavorare e trascorrere il tempo libero, la domanda, negli ultimi sei mesi, è scesa.

Anche se rimane ancora alta rispetto agli anni precedenti.  

Meglio le abitazioni usate

Ad andare meglio, sul fronte delle abitazioni, ancora una volta, gli acquisti che si attestano intorno al 65%, quasi il doppio degli affitti, fermi al 35%. I padovani, secondo l’Osservatorio, continuano a preferire le abitazioni usate, seppure non sia trascurabile la quota di domanda interessata al residenziale nuovo o ristrutturato. Si conferma, poi rilevante, seppure in diminuzione rispetto a sei mesi fa, la quota di compravendite effettuate mediante il ricorso al mutuo; circa il 76%. «L’espansione della domanda di acquisto – precisa Nomisma - si è riflessa anche sui valori di compravendita, che hanno registrato nell’ultimo semestre un incremento medio del 2,5% in corrispondenza delle abitazioni nuove e dell’1,7% per l’usato». Segnali positivi si registrano, inoltre, in corrispondenza dei tempi medi di vendita, che continuano a ridursi, passando in un semestre da 6 a 5,3 mesi per abitazioni nuove e usate. Va peggio, invece, per l’affitto a causa del costo dei canoni nelle varie zone cittadine ha determinato una variazione semestrale media urbana pari allo 0,1%. Calano però i tempi medi necessari per affittare un appartamento; passando da 2 a 1,8 mesi per le abitazioni nuove e da 2,5 a 2 mesi per quelle usate. L’andamento di prezzi e canoni nell’ultimo semestre ha determinato anche una lieve flessione dei rendimenti potenziali lordi da locazione, che si attestano al 5,6%, mantenendosi comunque su livelli superiori alla media nazionale. Se i padovani, come conseguenza della riscoperta della casa come luogo, non solo per vivere, ma anche per lavorare e fare sport, investono sul residenziale, meno bene va invece per i locali commerciali. Secondo l’Osservatorio, gli immobili di impresa risentono maggiormente degli effetti negativi della pandemia che ha visto un calo dei consumi come conseguenza delle restrizioni e lockdown. 

La ripresa

«Pertanto – riporta Nomisma - i segnali di miglioramento che si sono intravisti nel corso dell’ultimo semestre non possono essere rivelatori del superamento del punto di svolta». Con riferimento al comparto degli uffici, si registra, in particolare, un aumento dei prezzi nelle zone a maggiore vocazione direzionale, come centro e semicentro, mentre si riduce la variazione negativa nelle aree periferiche. Più snelli anche i tempi medi di vendita, che passano nell’ultimo semestre da 11,5 a 11 mesi. Per quanto riguarda il comparto della compravendita dei negozi, la situazione sembra assumere tinte meno fosche, soprattutto in corrispondenza dei valori, che tornano a salire dopo anni di performance negativa. Ad eccezione delle zone centrali, tutte le altre aree della città registrano, infatti, una variazione positiva, determinando un aumento medio urbano pari allo 0,2%. Resta sostanzialmente stabile e più incerta la situazione sul versante locativo, sebbene sia possibile apprezzare una variazione dei canoni più contenuta rispetto ai precedenti semestri.

Ultimo aggiornamento: 13:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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