PADOVA - Redouane Rehaily, 41 anni, marocchino, apprezzato operaio elettricista, moglie e figli ben inseriti, ma per tutti, dall'estate 2015, è soprattutto il padre di Meriem, la 21enne scomparsa da casa e arruolatasi in Siria, con tanto di giuramento di fedeltà postato via twitter. Meriem è tra le fila dei combattenti del così detto stato islamico, come finora accertato dalle indagini dei carabinieri del Ros e dai giudici veneziani che l'hanno rinviata a giudizio per arruolamento nelle file dell'Isis con finalità di terrorismo. «In casa nostra si prega e si pratica la religione islamica, ma sempre nel rispetto del Paese in cui viviamo, l'Italia» dice ora con un filo di voce Rehaily. «Ora cercarla fa paura: potremmo mettere in pericolo la vita sua e la stessa nostra di vita, di mia moglie, degli altri nostri tre figli». «Meriem è stata catturata da internet, il computer è la vera causa di quanto è avvenuto, e lei purtroppo ha avuto una visione distorta della realtà. Perché la nostra idea di Islam è molto diversa da quella dell'Isis: noi tutti siamo per il rispetto degli altri»...
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