Sfuggì alla strage, le tolgono i figli: indagata per maltrattamenti e stalking

Martedì 3 Settembre 2019 di Luca Ingegneri
Sfuggì alla strage, le tolgono i figli: indagata per maltrattamenti e stalking
PADOVA - É miracolosamente scampata alle operazioni di pulizia etnica dell'esercito serbo. Aveva appena sette anni quando i militari del contingente italiano in Kosovo la prelevarono da una chiesa saturata dal gas. In mezzo a decine di vittime soltanto lei ed un'altra bambina hanno avuto la fortuna di sopravvivere, anche se in condizioni disperate. Di quei drammatici momenti non ricorda praticamente nulla. Si è risvegliata in un ospedale italiano dove medici ed infermieri le stavano prestando le prime cure. Oggi M.M. è una donna di 35 anni. Nel nostro Paese si è rifatta un'esistenza. Ed è riuscita a costruirsi una famiglia e ad avere due figli. Purtroppo dopo una quindicina d'anni il suo matrimonio è andato in crisi. Incomprensioni tra coniugi, intemperanze caratteriali, fino ai litigi e alle percosse. Inevitabili le denunce incrociate. Al punto che la Procura della Repubblica ha dovuto iscrivere sia lei che il consorte, un 43enne di Due Carrare, sul registro degli indagati con l'accusa di maltrattamenti in famiglia. La donna è accusata pure di stalking, il marito di violenza sessuale. Evidentemente entrambi hanno precise responsabilità nella prematura fine del loro rapporto se il Tribunale dei Minorenni di Venezia ha deciso, su indicazione dei Servizi sociali territoriali, di sospendere la potestà genitoriale affidando i piccoli, una ragazzina di 13 anni e un maschietto di 9, ad una comunità di recupero.
VIOLENZE DOMESTICHE Carattere forte, M.M.
non ha mai accettato la separazione dal marito. Quando lui ha scelto di andarsene da casa ha iniziato a tempestarlo di telefonate e messaggi, organizzando appostamenti e imboscate nei pressi del suo nuovo domicilio. In un'occasione gli avrebbe persino danneggiato la macchina. Al marito vengono invece contestate alcune aggressioni, sia verbali che fisiche, talvolta sfociate in percosse. E in una circostanza avrebbe obbligato la 35enne a subìre un rapporto sessuale contro la propria volontà. In casi simili, è spesso complicato accertare in che misura le responsabilità di natura penale siano da attribuire all'uno o all'altro coniuge. È quanto sta cercando di fare il sostituto procuratore Roberto Piccione, titolare dell'indagine. D'intesa con il gip Domenica Gambardella, è stata infatti disposta, nelle forme dell'incidente probatorio, una perizia psichiatrica sulla donna, con l'obiettivo di verificare la genuinità delle accuse rivolte al consorte. Il giudice ha conferito ieri l'incarico all'esperto medico legale Claudio Rago. Il professionista avrà il compito di stabilire se la 35enne di origini kosovare fosse capace di intendere e di volere nel periodo in cui - tra ottobre 2018 e il luglio scorso - si sarebbero consumate le violenze tra le quattro mura di casa. Il dottor Rago avrà ora novanta giorni di tempo per depositare gli esiti dei suoi accertamenti.

 
Ultimo aggiornamento: 14:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci