Freddy ritratta: «Nessun delitto, Isabella è scappata»

Mercoledì 8 Maggio 2019 di Marco Aldighieri
Freddy Sorgato in tribunale
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PADOVA - Dietro alle sbarre di una cella del carcere Due Palazzi di Padova dal 16 febbraio 2016, Freddy Sorgato ha ritrattato tutto. Condannato in primo e secondo grado a trent’anni di carcere per l’omicidio di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego uccisa tra il 15 e il 16 gennaio del 2016, il ballerino di Noventa Padovana attraverso una lettera al Gazzettino si è professato innocente e vittima della giustizia.
 
Due pagine scritte in stampatello e vergate con una penna di colore blu. Due i passaggi chiave: quando sottolinea come nella sua villa non sia stato ucciso nessuno e come Isabella sia sparita dalla circolazione per sua volontà, a causa dei tanti debiti contratti dalla sua famiglia. Insomma per Freddy Sorgato, l’autotrasportatore di carburante, la segretaria di Albignasego non è morta, ma si è nascosta. La sua difesa ruota tutta attorno alla figura della tabaccaia veneziana Manuela Cacco, condannata in primo e secondo grado a 16 anni e dieci mesi, la stessa che con la sua confessione agli inquirenti ha fatto condannare i due fratelli Sorgato (Debora la donna delle pulizie) a trent’anni di carcere.
LA CONFESSIONE
«Come fidarsi delle dichiarazioni stese dalla Cacco che denuncia una storia raccontata per sentito dire e poi smentita in Tribunale?...Cacco ha un’accusa per stalking e simulazione di reato, ed il significato di simulazione è chiaro e certo...» scrive Freddy. Ed è a questo punto della lettera che ritratta la sua posizione di condannato. «...Di conseguenza non esiste un cadavere, poiché non c’è nessun morto, perché in casa mia non vi è nessun riscontro che dia traccia o indizio di un omicidio...». La tabaccaia ha sempre raccontato agli investigatori che Debora, con la complicità del fratello, ha preso a martellate in testa Isabella e poi l’ha strangolata nella villa di Freddy. In quella abitazione, che presto andrà all’asta, gli inquirenti però non hanno trovato una sola traccia di sangue o di Dna della segretaria. Come non è mai stato trovato il corpo. Nella lettera Freddy fa un passaggio sulla messinscena, quando, dopo avere assassinato Isabella, lui e la sorella hanno costretto Cacco a passeggiare per il centro storico di Padova indossando il giubbetto della morta e passando sotto le telecamere della videosorveglianza. «...Una banale camminata in centro città viene etichettata come messinscena per coprire un qualcosa del passato mai avvenuto e documentato... Fa comodo fare credere come l’appartenenza di quel famoso giubbino chiaro sia di Isabella non avendolo mai visto, toccato con mano, analizzato...».
L’APPELLO
Ma il cuore della lettera, dove Freddy grida la sua innocenza, è quando sottolinea che Isabella non è morta. «...Non si è mai voluto indagare approfonditamente se la non reperibilità di Isabella sia voluta o sia stata organizzata in maniera precisa e voluta, per nascondersi da qualcosa o da qualcuno da cui la sua famiglia avesse problemi e debiti, vedi il processo al fratello Paolo e con lei protagonista, e poi non dimentichiamo la condanna recente di suo marito per altri reati...». Il ballerino, poi, si dissocia anche dalle due pistole e dai 124 mila euro fatti trovare la sera del 7 marzo del 2016, dall’ex compagno della sorella, l’ex maresciallo dei carabinieri Giuseppe Verde. L’uomo abitava nella stessa palazzina di Debora, in via Vigonovese 200 a Camin, un quartiere di Padova. Spesso la donna delle pulizie andava a dormire dall’ex militare e adoperava una parte dell’armadio della camera da letto, dove sono state recuperate le armi e i soldi. «...C’è stata disonestà persino sul ritrovamento, non a casa mia e nemmeno in casa di mia sorella, di due pistole clandestine pulite e di contanti, che io ho appreso dalla tv e dai giornali...». Nel resto della lettera, come già fatto in un’epistola ancora indirizzata al Gazzettino a febbraio, il ballerino ha attaccato i giudici e chi ha condotto le indagini. E poi ha scritto di non essere pentito anzi «...Non devo scuse a nessuno, se mai le aspetto e le pretendo visto che l’unica preoccupazione che tutti hanno avuto finora è tuffarsi nei miei soldi e beni, fermati e bloccati sin dall’inizio, per dividerseli...». 
Marco Aldighieri

Ultimo aggiornamento: 9 Maggio, 16:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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