Padova, cala la qualità della vita: in picchiata il lavoro e la cultura

Martedì 15 Dicembre 2020 di Alberto Rodighiero
Padova, cala la qualità della vita: in picchiata il lavoro e la cultura
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 Qualità della vita, Padova perde 8 posizioni in un anno. A penalizzare la città del Santo – che quest’anno si è piazzata al 31° posto - nell’ormai tradizionale classifica stilata dal Sole 24 ore sono voci “pesanti” come la Sicurezza e la Cultura. A sorpresa, poi, si scopre che tra città e provincia per quel che riguarda i casi Covid, abbiamo fatto peggio addirittura di Bergamo e Brescia. Vanno meglio, invece, le voci “Ambiente e Servizi” e “Demografia e società”.
In tutti i casi, Padova nella classifica generale si è fatta superare da Verona (4° posto) e da Treviso che, in 29° posizione, è avanti di due lunghezze. Bisogna partire dalle voci che hanno fatto scivolare verso il basso Padova, per capire che cosa ha determinato questo scivolamento. È dunque utile analizzare quelli che il quotidiano economico considera i nostri “talloni d’Achille”. A partire proprio dalla voce “Giustizia e sicurezza” dove ci si posiziona 61° posto su un totale di 107 città capoluogo di provincia. In 95° posizione per quel he riguarda gli omicidi da incidente stradale e all’83° per i furti. L’indice di criminalità, poi, confina Padova in ottantesima posizione. Ci possiamo consolare con gli incendi, qui possiamo vantare un’invidiabile 4° posto. 
Numeri per nulla consolanti anche sul fronte di “Cultura e tempo libero”. Qui non si va oltre il 66° posto (nel 2019 37°). Alla voce ristoranti ogni 1000 abitanti, per esempio, Padova tocca praticamente il fondo della classifica, con la 97° posizione. Non va meglio con le librerie: 74° posto. Alla voce “Fondi europei 2014-2020 per l’attrazione culturale, naturale e turistica” non si va oltre l’84° gradino. Fa riflettere poi la 75° posizione per quel che riguarda gli eventi sportivi. Ci si può consolare con la partecipazione elettorale: 15° posto. 
Dolenti note, nell’anno della grande pandemia, arrivano anche dal numero di contagi ogni 1000 abitanti. Qui, su 107 province, ci si posiziona al non invidiabile 70° posto, con 29 casi ogni 1000 residenti (in testa alla graduatoria Lecce, con 5.2 contagi ogni mille abitanti). Partendo dal presupposto che la situazione epidemiologica padovana non può essere paragonata con nessuna realtà del Sud Italia, fa però impressione che città e provincia superino due realtà che sono diventare il simbolo del Covid 19, ovvero Bergamo (al 55° posto con 23.3 casi ) e Brescia ( 65° posto con 26.9). 
A fronte di una messe di dati negativi ci si può, però, consolare con la voce “Ambiente e servizi”. Qui, infatti, spicca una più che dignitosa 24° posizione. Si può vantare, per esempio, un 4° posto per quel che riguarda la voce “Giovani che non lavorano e non studiano (Neet)”. Questo significa che la disoccupazione giovanile, nonostante tutto, non è alta. Buona anche la 9° posizione per quel che riguarda gli enti che hanno attivato l’opzione per il pagamento elettronico “Pago Pa“ e apprezzabile anche il 22° posto sulla diffusione della carta d’identità elettronica. Città e provincia , però, dimostrano di non aver particolare dimestichezza nell’intercettare le risorse in arrivo dall’Europa. A confermarlo ci sono la 103° posizione sull’utilizzo dei “Fondi europei 2014-2020 per l’ambiente e la prevenzione dei rischi” e il 90° posto per l’uso dei “Fondi europei 2014-2020 per l’Agenda digitale”.
Padova e provincia, infine, si difendono bene relativamente alla voce “Demografia e società” (36° posizione). In questo caso ci si può consolare con la 7° posizione alla voce “Consumo di farmaci per diabete” e la 12° sul asso di mortalità. Anche in questo caso, non mancano le dolenti note. Ci piazziamo, infatti, al 98° posto per quel che riguarda la densità abitativa e al 79° sul fronte dei “Medici di medicina generale”.
 

Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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