Multiutility alla paralisi, patata bollente
per i sindaci ​dei 75 Comuni di Etra

Mercoledì 7 Gennaio 2015 di Nicoletta Cozza
Multiutility alla paralisi, patata bollente per i sindaci ​dei 75 Comuni di Etra
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PADOVA - Si possono congelare per oltre 6 mesi i vertici di una società pubblica che garantisce a seicentomila cittadini servizi essenziali come l’acqua, la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti urbani, la gestione e la manutenzione della rete fognaria?



No, naturalmente. E invece succede nel cuore geografico ed economico del Veneto: dal primo luglio 2014 Etra, multiutility con 800 dipendenti e 1800 milioni di fatturato, partecipata dai settantacinque Comuni del bacino del Brenta, in un territorio che va dall’Altopiano di Asiago al Bassanese e al nord-ovest padovano, attende il rinnovo degli organi societari.



A denunciare un ritardo che congela scelte e investimenti importanti per la società, è il presidente in carica Stefano Svegliado; l’unico che cinicamente avrebbe l’interesse a starsene zitto.



«Questa paralisi – denuncia – nasce dal tentativo dei partiti di inserire Etra in una logica di lottizzazione che coinvolge numerosi enti in scadenza. Una situazione resa ancor più fluida e ingovernabile dall’inconsistenza politica e organizzativa dei partiti; un’ingerenza che paralizza tutto e tutti e che rischia di vanificare ogni tentativo di autonomia dei sindaci, veri proprietari della società».

Sul come uscirne, Svegliado non ha dubbi. «L’iniziativa deve ritornare nelle mani dei sindaci, che a prescindere dalla loro collocazione politica devono riappropriarsi della loro autonomia, del loro diritto-dovere di scegliere amministratori e politiche in piena libertà, nell’interesse esclusivo della società e dei servizi che eroga».

Quanto potrà incidere l’appello di Svegliado sull’esito di questa tormentato rinnovo, si potrà capire il 16 gennaio prossimo, quando i settantacinque sindaci si troveranno per la prima volta per stabilire i criteri di nomina dei quindici membri del consiglio di sorveglianza e dei cinque componenti del comitato di gestione.

Per quest’ultimo organismo, da cui uscirà il presidente, il Pd sta preparando una terna, dove spicca il nome di Franco Frigo, ex presidente della Provincia di Padova, della Giunta Veneta ed europarlamentare nell’ultima legislatura.

Nel centrodestra, invece, l’unico nome sul tavolo è di Stefano Svegliado, mentre la Lega Nord vive l’ennesimo braccio di ferro tra il sindaco di Padova Massimo Bitonci e l’assessore regionale Maurizio Conte. La speranza è che l’incontro del 16 gennaio si concentri sui contenuti; il timore è che si trasformi in una conta, così come pretenderebbe il manuale Cencelli.
Ultimo aggiornamento: 8 Gennaio, 06:59

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