Padova Est, ecco la strada anti-code: direttissima per il centro città

Domenica 1 Dicembre 2019
Padova Est, ecco la strada anti-code: direttissima per il centro città
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PADOVA - L'Arco di Giano esiste. A Roma e da oggi anche a Padova. Nella capitale è un edificio con quattro massicci pilastri che sostengono una volta a crociera. Una porta appunto che deve aprirsi. Ed è esattamente quello che farà a Padova la direttrice est-ovest chiamata Arco di Giano, dal dio bifronte che ne ha ispirato il nome e la funzione. Ieri mattina dopo vent'anni di attesa e 50 milioni di euro spesi, il sindaco Giordani e l'assessore Micalizzi ultimi interpreti delle amministrazioni che si sono succedute nell'impresa ne hanno inaugurato l'ultimo tratto, senza dubbio il più importante. Perché consente a chi esce dall'autostrada a Padova est oppure scende dalla nuova statale del santo su Corso Irlanda di arrivare in centro senza code e senza incrociare nessun semaforo.
 
LE FUNZIONIQuesta è la prima funzione di questa strada. La seconda è che servirà il nuovo policlinico di eccellenza destinato a nascere entro 7-8 anni nei terreni attraversati dal nastro d'asfalto. Stiamo parlando dei 52 ettari (520mila metri quadrati) che si trovano dietro la Kioene arena.
Le imprese che si sono aggiudicate i lavori dell'ultimo tratto sono la Brussi e la Clea di Campolongo che ieri hanno preparato un piccolo buffet stabilendo un record. Nessuno aveva mai mangiato pane e salame al limite di una rotatoria. Così, come ai tempi in cui si beveva contro il logorio della vita moderna, si è aperta la strada, con la benedizione del sindaco Giordani.
«Devo ringraziare l'impresa che ha mantenuto i tempi. É un'opera iniziata anche da altre amministrazioni e devo dare atto anche a loro. Certo cambierà la viabilità di Padova. Snellirà il traffico in entrata e in uscita. Faremo un po' di informazione perchè impariamo tutti a usarla. Noi l'abbiamo terminata ma qui nascerà il nuovo ospedale. La Regione si attrezzerà in termini economici per provvedere agli altri adeguamenti».
LA SPESAPerchè si è speso tanto? A distanza di vent'anni è nato il cavalcavia Sarpi-Dalmazia, è stato fatto il ponte della Fiera è stato aperto il nuovo ingresso all'Arcella con il cavalcavia Camerini-Guicciardini e sono nate nuove rotatorie. Mancava il chilometro e mezzo da via Friburgo alla nuova statale del Santo. La strada che l'ha coperto ha un compito semplice. Partire dal viadotto di Padova est nella zona dietro il palasport di S. Lazzaro e congiungersi con la rotatoria Grassi-Plebiscito. Così se vengo da Venezia e voglio andare in stazione, prendo l'Arco di Giano che comincia all'altezza del casello di Padova est, percorro la strada che corre parallela alla Ferrovia, entro in via Friburgo, percorro la rotatoria Grassi-Plebiscito, entro in via Avanzo e arriverò fino al nuovo ponte della Fiera. Potrebbe farlo qualunque congressista per giungere al nuovo centro congressi previsto proprio in Fiera. Oppure chi volesse andare verso corso Milano, prendendo il cavalcavia Sarpi-Dalmazia. Il concetto è che non si deve più attraversare la città ma lambirla e costruire delle radiali d'ingresso.
MICALIZZIL'assessore ai lavori pubblici Micalizzi: «Apre un'infrastruttura importante che la città aspettava da molto tempo. Dalla rotatoria di via Einaudi gli automobilisti potranno raggiungere il centro senza dover più attraversare l'asse S. Marco-via Venezia-rotatoria Stanga che è l'asse di penetrazione della città da est che sappiamo essere molto intasato. L'Arco fluidica il traffico su questa via. Una via che porta in centro senza semafori e collega bene anche i quartieri di S. Lazzaro e Stanga».
«Nel quadrante est sono stati mesi importanti con cantieri imponenti come quello ai primi di dicembre chiuso su via Venezia e via Friburgo, un comparto che si trasformerà radicalmente. Se pensiamo poi a via Anelli, con la nuova questura sta assumendo un ruolo sempre più importante nei servizi e nello sviluppo della città».
M.G.
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