Debora, alla ricerca dei genitori e dei suoi 13 fratelli e sorelle

Sabato 28 Ottobre 2017 di Federica Cappellato
Debora, alla ricerca dei genitori e dei suoi 13 fratelli e sorelle
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PADOVA - È nata a Padova 46 anni fa, ha vissuto i primi mesi di vita con la madre, una parentesi con la nonna materna per essere poi ulteriormente affidata ad alcuni amici di famiglia che, tempo sei mesi, l'hanno restituita al mittente, dichiarando di non potersene più prendere cura.



Così Debora Paternoster, venuta al mondo il 2 aprile 1971 nella clinica ostetrico-ginecologica dell'ospedale di Padova, è stata affidata, stavolta insieme alla sorellina, a una seconda famiglia, per poi essere messa nell'istituto provinciale di assistenza all'infanzia. Qui è stata adottata dai Marcaccini, stimata famiglia di toscana, lui professore universitario di Scienze politiche, lei segretaria in una casa di moda. A Firenze Debora si è trasferita e si è fatta una vita, che però ha risentito di quegli anni turbolenti. Un'infanzia vagabonda, quella di Debora, che oggi, segnata a fuoco da tutto quel tumultuoso trambusto che è stata la sua esistenza da bambina, lancia un Sos. E lo lancia alla città di Padova, che ha assistito non solo ai suoi primi vagiti ma anche alla sua iniziazione cristiana: Debora Paternoster, prima di assumere il cognome Marcaccini, è stata battezzata il 18 aprile del 1971 nella chiesa del Crocefisso. Lei conosce il nome dei suoi genitori naturali, del suo padrino e della sua madrina. Ciononostante, nell'epoca dei social network, di facebook e instangram, non è ancora riuscita a sapere nulla di loro, se sono vivi o morti, ad avere una qualche indicazione, ottenere una dritta, almeno un dettaglio.



Ma una cosa Debora la sa bene: i Paternoster, oltre a lei e alla sorella, avevano altri 13 figli: una carta, ingiallita dal tempo, lo mette nero su bianco. Così questa ex bimba senza bussola, oggi una bella signora dagli occhi blu cielo, a sua volta madre di un ragazzo di vent'anni che fa lo chef, si trova a cercare quindici persone: mamma e papà, si presume ora settantenni, e 13 tra fratelli e sorelle, cinquantenni o giù di lì.

Debora è uno tsunami di informazioni, miste a flebili ricordi: «So che mio padre era emigrato in Germania, ma è stato impossibile rintracciarlo, neppure attraverso l'ambasciata, di mia madre conosco solo il nome. Ho documenti, certificati di battesimo e d'adozione. Io alla nascita sono stata riconosciuta dai Paternoster, ma poi sballottata da una parte e dall'altra, sempre a Padova. Una mia sorella piccina è stata adottata in città, gli altri in giro per l'Italia».
«In questi anni ho cercato tanto ma non sono riuscita a sapere nulla, neanche il web è stato in grado di aiutarmi a capire». Mostra una foto degli anni Settanta, conservata gelosamente: «Avevo un anno e mezzo, mia sorella quattro». Poi esibisce l'estratto dal registro degli atti di nascita, che reca le generalità dei genitori naturali, il certificato di battesimo rilasciato dalla Diocesi di Padova, fogli che attestano avvenute vaccinazioni, più una dettagliata cronistoria dei suoi primi anni di vita, una relazione informativa vergata da un'assistente sociale, che riporta le date del suo peregrinare dalla madre alla nonna agli amici di famiglia, per poi tornare indietro ed essere parcheggiata in istituto.

«Voglio capire le mie origini, mi piacerebbe sapere dei miei, abbracciarli o semplicemente sapere se sono vivi, se stanno bene. E nello stesso tempo sapere qualcosa dei miei tanti fratelli».

Ultimo aggiornamento: 15:25 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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