Van Gogh e Giotto, scatta la corsa al biglietto per il ritorno delle "star": presi d'assalto i call center

Martedì 2 Febbraio 2021 di Nicoletta Cozza
Van Gogh e Giotto, scatta la corsa al biglietto per il ritorno delle "star": presi d'assalto i call center

PADOVA - Il legame con i capolavori è stato ri-allacciato. Con i colori, quelli degli affreschi di Giotto e dei quadri di Van Gogh tornati a disposizione dei visitatori dopo 3 mesi di chiusura forzata, che si candidano a dare un aiuto per uscire dal buio della pandemia, riassaporando la bellezza.

E per la rassegna dedicata al maestro olandese, inaugurata il 10 ottobre al San Gaetano, e chiusa dopo 21 giorni, ci sarà una proroga: infatti, non si concluderà l’11 aprile come previsto, ma proseguirà sino alla prima settimana di giugno, a patto, però, che la situazione legata ai contagi, e ai conseguenti “semafori” attribuiti alle regioni, non imponga ulteriori stop and go.

L’annuncio è stato dato ieri dal curatore Marco Goldin, durante quella che lui stesso ha definito “la seconda inaugurazione” della rassegna. Nel medesimo contesto, poi, il sindaco Sergio Giordani e l’assessore alla Cultura Andrea Colasio si sono impegnati a inviare una lettera al ministro Franceschini, affinché si adoperi per togliere il divieto di accesso a mostre e musei il sabato e la domenica. 
Il pubblico, intanto, ha accolto subito con grandissimo entusiasmo la riapertura: se il call center di Linea d’Ombra è stato preso d’assalto con gente che da tutta Italia, ma soprattutto da Padova, ha chiesto di prenotare i biglietti per Van Gogh da oggi al 12 febbraio (solo sabato mattina ne sono stati venduti 1.000), tanto che l’orario di chiusura dell’esposizione il venerdì è stato posticipato alle 20, agli Scrovegni ieri a mezzogiorno si erano presentati già 53 visitatori e il pomeriggio si è registrato il tutto esaurito, con 254 ticket venduti in totale, e alcune signore che si sono accapigliate per entrare da Giotto.


«Sono felice - ha esordito il sindaco Giordani - di spalancare nuovamente le porte della rassegna “Van Gogh. I colori della vita”. Era assurdo avere qui capolavori del genere e non poterli vedere. Sono contento per l’indotto in una città a vocazione turistica, che l’anno scorso ha totalizzato 1milione e 600mila presenze, e pure per Goldin, penalizzato economicamente dalla chiusura». «Un plauso va al curatore - ha aggiunto Colasio - che nonostante fosse prevedibile il rischio d’impresa, con competenza emozionale ha voluto portare Van Gogh a Padova. Ora le riaperture al San Gaetano e agli Scrovegni, fanno emergere Padova come una “potenza di fuoco culturale” che non ha eguali. Però è una follia chiudere nei fine settimane e per questo ci appelleremo a Franceschini».

E Goldin ha proseguito proprio da qui. «Non ci sono differenze tra martedì e sabato: entrano sempre 15 persone ogni 10 minuti, che nuotano nelle sale, senza rischi. Ma per noi perdere 2 giorni su 7 è disastroso. Le prenotazioni dimostrano che la gente non ci ha dimenticato, grazie anche alle mie dirette seguite da centinaia di migliaia di spettatori, benché l’orizzonte della mostra si fermi al 12 febbraio, quando scade la riattualizzazione dei colori regionali, e risulti difficile fare previsioni in modo sereno. Potrebbe esserci una proroga fino a giugno, grazie all’accordo che in linea di massima ho raggiunto con i Musei “prestatori”, sulla base però della situazione sanitaria. Ma se si continuerà ad aprire e chiudere, non se ne farà nulla». Per ogni mese di stop la perdita per Linea d’ombra, società che fa capo a Goldin, ammonta a 500mila euro. «Speriamo - ha concluso lo storico - di recuperare almeno una parte di quello che abbiamo perso finora, anche se i confini regionali sono ancora chiusi. Una rassegna che in tempi normali avrebbe richiamato almeno 400 mila persone, con gli accessi contingentati dal Covid avrebbe dovuto averne 120mila per garantire il pareggio di bilancio. 90 giorni di chiusura hanno però ribaltato lo scenario».


Tutto esaurito, quindi, agli Scrovegni. Per prima è arrivata una coppia di padovani e poi visitatori da varie zone. «Sono una biologa di Palermo - ha detto Sonia Tarantino, 24 anni - e ho trovato lavoro a Padova, dove processo i tamponi. Da tempo volevo vedere gli affreschi di Giotto e sono rimasta senza parole di fronte a tanta bellezza nei colori e dei dettagli: ce n’è proprio bisogno in questo momento». «Sono qui perchè il mio bimbo è in cura in Oncoematologia pediatrica - ha proseguito Marco Dastrù di Cuneo - Agli Scrovegni si fa uno straordinario tuffo nell’arte, soprattutto per dei credenti come noi. Padova è una città di eccellenza, per la Cultura e la Scienza». «Siamo partiti stamattina presto da Dolo - hanno detto invece Ermanno Bonometti e Antonietta Masnada - dopo aver letto sul Gazzettino che la Cappella sarebbe stata aperta. Sentivamo il bisogno di venire e ora siamo incantati di fronte a questo straordinario ciclo pittorico trecentesco».
 

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